Il contrabbando di sigarette costa all'erario 1 miliardo all'anno

Ogni anno le casse dell’erario perdono quasi un miliardo di euro sotto la voce «contrabbando di sigarette». Sono questi i danni causati al fisco dai traffici illeciti in termini di «mancati introiti» secondo lo studio realizzato con il contributo di British American Tobacco Italia (Bat Italia) e curato da «Intellegit», start-up sulla sicurezza dell’Università di Trento. Insomma non ci sono solo ripercussioni sulla salute.
E l’Italia oltre ad essere un mercato di sbocco è anche una «terra di mezzo», dove la merce transita per andare altrove.
Dalla ricerca emerge che «la Grecia ricopre un ruolo cruciale quale principale hub di transito verso l’Italia di illicit whites, ovvero marchi prodotti lecitamente in Paesi extra Ue e contrabbandati sul mercato illecito dei Paesi dell’Unione europea». «Illicit whites» che, viene evidenziato, «ad oggi rappresentano oltre il 60% del totale delle sigarette sequestrate in Italia».

Nelle rotte verso l’Italia, i carichi di grandi dimensioni - spiega poi lo studio - partono solitamente dai porti di Patrasso e del Pireo per raggiungere quelli dell’Adriatico (con particolare frequenza, i porti di Ancona, Taranto e Bari), mentre i carichi di dimensioni più ridotte sono trasportati su piccole e veloci imbarcazioni verso i porti e le spiagge pugliesi (seguendo, ad esempio, la rotta Corfù-Bari).
D’altra parte, si rileva, «nel 2016 sono arrivati in Grecia 4 miliardi di sigarette di contrabbando di cui 1,54 miliardi erano costituiti da illicit whites, vendute nel mercato illecito greco ad un prezzo di circa 1,5 euro. Nonostante ciò «la Grecia resta uno dei Paesi europei dove le autorità locali stanno svolgendo un efficace lavoro di prevenzione, confermato dal numero dei sequestri che ammontano a 1.532 solo nel 2016, per un totale 541 tonnellate di merce sequestrata».

Nel complesso comunque, fa notare Andrea Conzonato, direttore dell’area dell’Europa del Sud di British american tobacco e ad di Bat Italia, a livello nazionale il fenomeno è «addirittura in leggero calo rispetto al 2016 (si passa da un’incidenza del 6,4% al 4,3% nel 2017). Un andamento positivo ascrivibile principalmente a due fattori: gli elevati controlli delle forze dell’ordine sul territorio, e delle politiche regolatorie e fiscali equilibrate». E con il report pubblicato oggi, dice, «vogliamo offrire ad Istituzioni e forze dell’ordine il nostro supporto per tracciare le rotte, le modalità e le dimensioni di un fenomeno che assieme possiamo sconfiggere».

Insomma, dal report emerge come «al di là della stima annuale del consumo di sigarette illegali in Italia, che si attesta su percentuali del 5-6% di sigarette illecite sul totale in commercio e, dunque, lontano dai picchi registrati nei decenni scorsi e negli altri Paesi europei, quello del contrabbando ormai, è un tema di urgente attualità geopolitica».

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