Palio dell'Oca, bis dei Solteri: e la «Tonca» non convince

Le «tigri» dei Solteri bissano il successo dello scorso anno e salgono sul primo gradino del podio del 35esimo Palio dell’Oca. Quasi perfetta la loro prova: miglior tempo di «discesa» lungo i quattro chilometri d’acqua che separano la località Roncafort dall’arrivo posto sotto il ponte di San Lorenzo (25 minuti, 20 secondi e 3 centesimi). Ed una sola penalità (un minuto aggiuntivo sul tempo effettivo) in corrispondenza della prova di abilità che si è rivelata la «bestia nera» per tutti gli equipaggi, ovvero quella di infilare un anello in uno dei bracci dell’ancorotto che pendeva dal ponte di San Giorgio (solo la zattera di Gardolo è riuscita nell’«impresa»).

Come lo scorso anno, il secondo posto in classifica spetta all’equipaggio di Cortesano (tempo in acqua di 25’30” ). Mentre la terza posizione è per gli zatterieri di San Donà (tempo in acqua di 26’54”9). Per entrambe le squadre sono stati due i minuti di penalità attribuiti, in corrispondenza del «terribile ancorotto» e del canestro sospeso sul fiume da centrare con un oggetto a forma d’oca. Da sottolineare che solo alla fine della gara San Donà, che era l’ultima squadra a scendere lungo l’Adige, è riuscita a «scalzare» dal podio gli zatterieri di Valsorda (medaglia di «legno» con due penalità e tempo in acqua di 27’3”1).

Al quinto posto la zattera di Montevaccino, seguita da Villazzano, Romagnano, Canova, con Mesiano a chiudere la top ten.

Dopo il Palio dell'Oca, ieri la serata è stata animata dalla tradizionale Tonca, in una nuova formula che però non ha convinto.  In acqua, quest’anno, non è infatti finito alcun politico. Nessun potente messo alla berlina. La «tonca» è toccata all’accidia, decretata dal Tribunale di penitenza come il peggiore dei peccati capitali dei trentini.  Una formula che non ha conquistato il pubblico: la gente trattiene gli applausi e non si lascia trascinare dall’ironia delle battute. Forse, come le «finte» spettatrici che aprono l’evento, i trentini avrebbero preferito vedere toncato un politico o il potente di turno.

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