Brillo al volante, prosciolto e patente salva

È riuscito a «salvare» la patente di guida nonostante fosse risultato ampiamente positivo all'alcol test - tasso si 1,6 grammi su litro, cioè oltre tre volte il limite - in seguito ad un incidente stradale. La normativa è severa ma il difensore dell'automobilista è riuscito a trovare un «varco». Il procedimento penale si era chiuso con il proscioglimento dell'imputato in seguito alla positiva conclusione di un periodo di messa alla prova. Dopo aver ottenuto l'estinzione del reato, restava il secondo, gravoso, ostacolo: la revoca della patente. Per chi lavora, le conseguenze amministrative della guida in stato di ebbrezza, cioè l'impossibilità di guidare per un lungo periodo, possono essere assai gravose. Conseguenze che in questo caso sono state ridotte al minimo. L'avvocato Andrea Antolini, legale dell'automobilista delle Giudicarie, ha fatto ricorso al giudice di pace impugnando il provvedimento di revoca della patente disposto dal Commissariato del Governo. Provvedimento che secondo il legale era nullo per «indeterminatezza della sanzione» e per «difetto di motivazione e mancanza di istruttoria». Argomenti accolti in primo grado dal giudice di Pace di Tione Marco Parolini e confermati in appello dal giudice del Tribunale Marco Tamburrino.
«La pronuncia di estinzione per esito positivo della messa alla prova - spiega l'avvocato Antolini - non è sufficiente per la revoca della patente, perciò l'organo amministrativo deve in ogni caso procedere ad un'attività istruttoria volta all'accertamento della responsabilità del fatto ascritto all'autore della violazione». Il risultato è che il guidatore, pur ben carburato quando fece l'incidente, salva sia la fedina penale rimasta senza macchie, sia la patente.

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