Estorce denaro al compagno di classe La scuola interviene: 16enne sospeso

Piccole somme di denaro pretese con la forza. Monete di uno e due euro ottenute con la minaccia. Un ragazzino iscritto alla prima classe di una scuola professionale trentina per alcune settimane ha vessato il compagno. «Se non mi dai i soldi, ti picchio» diceva alla vittima. Succedeva nelle pause tra un’ora di lezione e l’altra, dunque all’interno dell’istituto, ma anche fuori dall’edificio, nel tragitto verso casa. Gli insegnanti, non appena hanno avuto sentore del problema, sono intervenuti riuscendo a tamponare l’emergenza. Le indagini dei carabinieri, subito avvertiti dalla scuola, hanno portato alla segnalazione alla procura dei minori del responsabile dell’estorsione, un sedicenne. La vittima di anni ne ha 14.

La buona notizia è che i due ragazzini, dopo l’intervento della scuola sul fronte disciplinare e dei carabinieri in merito al reato, continuano a frequentare l’istituto rimanendo nella stessa classe: episodi di estorsione non ne sono più accaduti e il comportamento del sedicenne in classe è migliorato. Nessun altro episodio di bullismo si sarebbe verificato tra gli alunni della scuola professionale, dopo l’intervento congiunto di insegnanti e forze dell’ordine.

«Appena siamo venuti a conoscenza del problema non abbiamo banalizzato la questione, né classificato l’accaduto come “ragazzata”» spiegano a scuola. L’istituto professionale da anni organizza incontri con le forze dell’ordine, con cui c’è un contatto diretto: i carabinieri entrano nelle classi per spiegare cos’è il bullismo e quali sono le conseguenze dell’assunzione di sostanze psicotrope; la guardia di finanza interverrà nei prossimi giorni per parlare di legalità economica.

L’episodio - ripetuto - di bullismo è emerso nel corso di un incontro organizzato in classe con una sociologa. «Si trattava di una lezione sulla convivenza civile e sulle regole. Durante il dibattito, alcuni studenti hanno accennato alla questione del bullismo - spiega un insegnante, collaboratore del dirigente - Il docente che era presente all’incontro ha subito capito che la questione era da approfondire. Abbiamo convocato il ragazzino che, secondo i compagni, era vittima di richieste di soldi e chiamato anche i suoi genitori. Lo studente ha raccontato i fatti, spiegando che era capitato diverse volte che l’amico, più grande di lui per età e per costituzione fisica, lo minacciasse perché voleva denaro, uno o due euro. Ci siamo rivolti ai carabinieri».

Mentre i militari procedevano con gli accertamenti con la dovuta delicatezza, dato che sia la vittima che il responsabile del reato sono minori, la scuola ha preso i provvedimenti del caso. «Lo studente che ha minacciato il compagno di classe è stato sospeso per 15 giorni. Ai suoi genitori abbiamo spiegato che la decisione è stata presa per via del comportamento del figlio a scuola e che i nostri provvedimenti disciplinari hanno finalità educativa e formativa, per rafforzare il senso di responsabilità dello studente e ripristinare i rapporti corretti all’interno della comunità scolastica».

Il sedicenne accusato di estorsione ha dunque avuto tempo di riflettere sul suo comportamento. Al suo rientro in classe gli insegnanti hanno notato il cambiamento, in positivo: niente più atti di spavalderia, nessun comportamento eccessivo. Il quattordicenne vittima dell’estorsione, timido e riservato, ha proseguito l’anno scolastico nella stessa sezione.

«I genitori non hanno chiesto un cambiamento della classe, dunque i due studenti si vedono ogni giorno in aula, senza tensioni - prosegue l’insegnante - Siamo in un periodo in cui si discute tanto di bullismo. Il nostro caso dimostra che le scuole sono in grado di intervenire e di affrontare atti di bullismo con l’ausilio delle forze dell’ordine. Non bisogna mai sottovalutare ciò che raccontano i giovani. L’importante è la tempestività: nel nostro caso, il problema avrebbe potuto influire nagativamente anche nella resa scolastica della vittima. A distanza di qualche mese sia il quattordicenne che il compagno che l’ha minacciato frequentano senza problemi la stessa classe».

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