Diventare mamma dopo la chemio «Voglio dare speranza, oggi si può»

Più forte della malattia e della chemio. La piccola Giorgia è venuta al mondo appena tre anni dopo che a mamma Donatella era stato diagnosticato un tumore al seno e ieri è stata l’indiscussa «guest star» del convegno organizzato dall’Anvolt, al centro del quale c’era proprio la fertilità e la gravidanza nelle donne con tumore.

«Sono qui - ha chiarito subito mamma Donatella Cintura - perché voglio dare speranza alle tante giovani donne che, nonostante una diagnosi di tumore, sperano di poter diventare madri. Io non voglio illudere nessuno perché le variabili sono tante, ma oggi la possibilità c’è e io ne sono testimone». Accanto a lei il papà della piccola Giorgia, Francesco Pergher.

Era il 24 dicembre 2014 quando Donatella, all’epoca 37enne, incontrò la dottoressa Antonella Ferro, oggi coordinatrice della rete clinica senologica. C’era un tumore al seno da sconfiggere, una chemioterapia di sei mesi da affrontare e poi cinque anni di terapie ormonali da mettere in programma. Nulla di buono per una donna che aveva tra i suoi sogni quello di mettere al mondo un figlio.

«Io non volevo un figlio a tutti i costi, ma era nei miei progetti - racconta Donatella - Finita la chemioterapia la mia idea di maternità era sempre lì, nel mio cuore e nella mia testa. La dottoressa Ferro mi parlò di uno studio in corso sulla possibilità di interrompere per un certo periodo la terapia ormonale. Andai a Milano dal dottor Peccatori e lui mi disse che potevo farlo, ma avrei dovuto prima concludere almeno 18 mesi di terapia ormonale». Già quel traguardo diede a Donatella speranza e serenità.

«Il 18 febbraio del 2016 sospesi la terapia ormonale e un anno dopo, il 10 aprile 2017, il test di gravidanza risultò positivo». A quel punto Donatella e Francesco iniziarono a pensare che il loro sogno era realizzabile. «Sono consapevole che ogni caso è unico e diverso, ma voglio dare speranza. Quando facevo io la chemio e leggevo storie di donne che avevano poi avuto figli notavo che tutte erano molto giovani e non avevano avuto bisogno di sospendere la terapia. Se sono qui è anche per un grande senso di gratitudine verso i medici che ho incontrato e verso la ricerca».

Donatella è commossa. Piange dall’emozione e dalla felicità perché la sua è una storia di straordinaria gioia e speranza. «Il giorno in cui Giorgia è nata, il 26 dicembre 2017, ho sentito di aver sconfitto il tumore. Se il tumore ti toglie la possibilità di dare vita quel tumore uccide la vita. A me non ha spaventato l’idea di dover affrontare la chemio, ma piuttosto il fatto di non poter scegliere se avere un figlio o meno».

La ricerca e la medicina sono venute in aiuto di questa donna coraggiosa e ottimista.
«Quando mi è stato diagnosticato il tumore ero del tutto impreparata. Non pensavo di potermi ammalare a 37 anni nonostante in famiglia avessi avuto due zie e una nonna con tumore al seno. Oggi però mi reputo estremamente fortunata perché vivo una maternità speciale. Quello che le mamme provano quando vedono il loro figlio per la prima volta io lo provo tutti i giorni. È un’emozione specialissima».

L’incontro con mamma Donatella è stato anche l’occasione per fare il punto sulla situazione e capire cosa, le giovani donne che si ammalano (sono il 3%) possono fare per preservare la loro fertilità.

Il dottor Arne Luewink, del Centro provinciale Pma di Arco, ha spiegato che la crioconservazione di liquido seminale viene effettuata in Trentino dal 2009. 200 i campioni conservati e in quattro casi sono utilizzati con successo. Sono stati infatti registrati tre nati e una gravidanza è in corso.

La raccolta di ovociti, invece, è iniziata nel 2016 e sono 8 i campioni crioconservati. «Il Centro è pronto anche per il prelievo di tessuto ovarico e testicolare anche se rimane una scelta secondaria», ha rassicurato il dottor Luehwink.

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