Leucemie, nasce casa Ail grazie a un benefattore

Il presidente dell’Associazione italiana leucemie, Roberto Valcanover, e la segretaria Adriana De Fanti ricordano come fosse ieri quella sera della scorsa primavera in cui ricevettero la mail che ha cambiato il futuro dell’Ail Trentino. Il messaggio di posta elettronica arrivava da un notaio e invitava i vertici dell’associazione all’apertura di un testamento del quale fino a quel momento non avevano mai sentito parlare.
L’ente di volontariato era stato nominato erede universale del lascito di Paolo Mattedi, ex dipendente Whirlpool scomparso a marzo 2017 a 64 anni. «Abbiamo dovuto leggere diverse volte la mail prima di capire veramente di cosa si trattasse», ricordano Valcanover e De Fanti. «Il nome del benefattore su due piedi non ci diceva niente e ancora non sapevamo che cosa ci avesse lasciato, ma in ogni caso si trattava di un uno splendido mistero».

Nelle settimane successive, man mano che l’iter burocratico legato al lascito proseguiva, l’Ail Trentino ha scoperto la portata del gesto generoso di Mattedi e qualcosa in più sulla sua storia personale. L’uomo, residente a Trento, nel 2016 si era recato nella sede dell’associazione in via Dietro le Mura in vista di un trapianto di midollo. Si era limitato a chiedere informazioni sui servizi Ail e aveva accettato dall’associazione un piccolo sostegno economico. «Da quel giorno non l’abbiamo più visto e nemmeno abbiamo avuto notizie. La sua è stata una toccata e fuga», ricorda la segretaria De Fanti.

Il nome di Paolo Mattedi è ricomparso davanti agli occhi dei volontari solo quando l’ente ha ereditato la casa del benefattore, situata a Spini di Gardolo, in via Pont dei Vodi. L’abitazione è una villetta unifamiliare composta da tre unità immobiliari con annesso garage e giardino. In aggiunta, il testamento prevedeva anche un consistente fondo monetario. Dall’oggi al domani, quindi, Ail si è ritrovata proprietaria di un bene di considerevole valore. «Per racimolare l’equivalente del lascito, l’associazione avrebbe dovuto lavorare almeno 6 anni. Non ho pensato neanche per un attimo di vendere la casa. Sapevo fin da subito cosa farci: finalmente anche la sezione di Trento avrebbe avuto la sua casa di accoglienza per pazienti e famigliari».

Il presidente Valcanover, alla guida dell’ente dall’anno scorso dopo aver ricoperto per quasi due decenni la carica di vice, ci ha messo poco ad immaginare il progetto. Al piano terra si sposterà la sede dell’associazione: quella attuale, infatti, è molto piccola e poco funzionale. Nel monolocale accanto sarà ospitato il servizio psicologico, mentre al primo piano verrà ristrutturato l’appartamento per ottenere sei posti letto in stanze doppie, due bagni e gli spazi comuni di cucina, soggiorno e terrazzo. Infine, nel sottotetto si potrebbe ricavare una sala riunioni e una sala giochi.

«Il dono di Mattedi vale doppio: oltre ad averci dato la spinta per realizzare un sogno, l’immobile ci permette di risparmiare sugli affitti di sede e magazzino. Con il denaro che ci ha lasciato in eredità, inoltre, potremo pagare tutti i lavori di sistemazione e adattamento. Da soli non ce l’avremmo mai fatta», precisa la segretaria De Fanti.

La villetta verde di Spini sarà a disposizione dei pazienti onco-ematologici, ma anche di tutti i malati che fanno riferimento ad altre associazioni. «L’obiettivo è che le stanze siano sempre occupate, deve diventare un punto di appoggio per molti», sottolinea Valcanover che, dopo l’immensa gioia iniziale, non nega di sentire anche il peso della responsabilità del lascito di Mattedi. «Gestire una casa Ail è una novità assoluta per noi. È fondamentale riuscire a coinvolgere i volontari in modo da poter continuare a destinare i fondi alla ricerca, al sostegno delle strutture ospedaliere e delle famiglie».

Pur non sapendo la genesi della decisione del benefattore, «ci piace pensare che creare casa Ail fosse anche un desiderio del signor Mattedi», conclude il presidente. Non potendolo più ringraziare personalmente, l’associazione ha deciso di intitolare la struttura a suo nome, un gesto simbolico a fronte di un grandissimo dono.

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