Scuola, verso il nuovo contratto per 7.500 insegnanti trentini

Rinnovo del contratto più vicino per circa 7.500 docenti delle scuole statali trentine (6.500 di ruolo e un migliaio di colleghi precari). Nella giornata di ieri si è svolto un nuovo incontro tra le organizzazioni sindacali e l’Apran (Agenzia provinciale per la rappresentanza negoziale), al termine del quale sono stati messi dei punti fermi sia sul piano economico sia su quello normativo.


L’auspicio è di arrivare entro la fine del mese ad una sintesi che riconosca parte delle richieste avanzate per il lavoro e la professionalità degli insegnanti della scuola trentina. In particolare, per quanto riguarda la parte economica, Apran si è impegnata a confermare anche a livello provinciale gli aumenti riconosciuti a livello nazionale. La definizione concreta arriverà entro la fine della prossima settimana, dopo che la giunta provinciale avrà approvato le direttive in materia.


È stato dunque fissato un nuovo incontro il 13 aprile per arrivare ad una possibile intesa. «Pur restando convinti che la parte economica si poteva e si doveva rinnovare ancora lo scorso anno - sottolinea la segretaria della Flc Cgil Cinzia Mazzacca - finalmente ci sono i presupposti per arrivare al rinnovo entro il 30 aprile, in modo che anche gli insegnanti trentini percepiscano gli aumenti contemporaneamente ai colleghi del resto d’Italia».

Più critica Uil Scuola con il segretario Pietro Di Fiore, che si è detto pronto a inviare al presidente Ugo Rossi una «diffida ad adempiere», qualora non venissero attribuiti i gradoni e gli aumenti nazionali. «Oggi si è fatto un passo avanti - sono le parole di Di Fiore -. Resta il nodo della contrattualizzazione delle risorse destinate alla valorizzazione del merito. Non si comprende perché queste, pur con vincolo di destinazione, non possano essere attribuite in maniera trasparente, previa negoziazione dei criteri generali».


I sindacati, partendo anche dalla proposta avanzata da Uil e Cisl Scuola, hanno ribadito la necessità sia di alleggerire l’orario frontale degli insegnanti di lingua straniera (Clil), sia di armonizzare il diritto «di malattia» per i precari. Quanto alle immissioni in ruolo su part-time, Di Fiore ha chiesto sia subordinata all’accettazione del docente individuato.


Secondo quanto riferisce la Cgil, ieri sarebbe stata comunque raggiunta un’intesa di massima anche su attività funzionali e orario dei docenti, con un primo passo in avanti nel superamento delle ore esclusivamente frontali. «Registriamo invece un’insufficiente disponibilità ad affrontare il riconoscimento della differenziazione dei carichi di lavoro dei docenti legati alla flessibilità d’orario, alle innovazioni legislative, al piano trilinguismo, e rispetto alla possibilità di alleggerire le ore frontali per gli insegnanti vicini alla pensione», aggiunge la segretaria Mazzacca.


Restano infine sospesi i temi relativi all’adeguamento di part time, maternità e diritto allo studio, su cui i sindacati avevano chiesto un adeguamento del contratto. «Questi restano punti per noi importanti e a cui non intendiamo rinunciare. Su questi temi c’è l’impegno a riaprire la discussione dopo la firma» spiega Mazzacca.

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