In due mesi compie 16 furti Condannato a 2 anni e 7 mesi

Nello spazio di poche settimane avrebbe messo a segno qualcosa come 16 furti. E ieri mattina, davanti al giudice per l’udienza preliminare Riccardo Dies, per quei fatti era chiamato a rispondere. Al termine del processo con rito abbreviato Roberto Tanda, questo il nome dell’imputato, è stato condannato a 2 anni e 7 mesi. Una pena troppo alta per accedere ai benefici della sospensione condizionale. Ma il rischio era quello fin dall’inizio.

Pur mettendoli in continuazione, 16 furti sono tanti. Per questo si spiega la pena, certo non leggera. Lui ora è ai domiciliari in una comunità, sottoposto a misura cautelare.

I fatti risalgono all’estate scorsa. E riguardano, come detto, una serie di furti. Sia chiaro: tutta robetta. Ad ogni colpo poteva raccogliere 100, 200 euro al massimo. Non si parla di colpi milionari. Piuttosto del tentativo di raggranellare soldi in una condizione pèarticolare: l’uomo non ha unn lavoro, e risulta un senza fissa dimora.Ma anche se non si tratta esattamente di Arsenio Lupin, la condotta che gli è stata imputata - secondo la procura - era reiterata nel tempo.

Da luglio a settembre 2017 dieci sono i furti che gli venivano imputati nel solo territorio del basso Trentino. Tutte azioni con il medesimo modus operandi: in uffici, in negozi, in locali pubblici. L’uomo andava - questa è sempre la tesi accusatoria - e cercava di trovare qualcosa nella giacche, nei cassetti, approfittando della disattenzione di titolari o avventori. Recuperava denaro, per lo più. E di solito, come detto, non si portava via più di qualche centinaio di euro.

Tutti furti semplici, dal punto di vista del codice penale. In alcuni casi, è incappato - peggiorando la propria situazione - in furti aggravati quando ha messo le mani non in negozio, ma magari nel retrobottega, che non è più considerato un esercizio pubblico, ma è assimilato all’abitazione.

Alla fine, comunque, la polizia, che indagava su questi episodi, è arrivata a lui. E nell’ottobre scorso l’uomo è finito in cella, su ordinanza di custodia cautelare: era evidente il rischio di reiterazione del reato, quindi la misura cautelare è stata concessa dal Gip. Da allora l’uomo, assistito dall’avvocato Wolfango Chiocchetti, ha chiesto e ottenuto la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari, da scontare in comunità, dove è inserito in un percorso di recupero.

Ieri il processo, come detto. E la sorpresa: l’uomo non doveva rispondere solo di quei dieci furti in terra lagarina. Secondo le forze dell’ordine sarebbe stato lui il responsabile di altri sei colpi, tutti realizzati con il medesimo modus operandi, in territorio di Trento. Alla fine, come detto, è arrivata la condanna: 2 anni e 7 mesi.

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