«Aiutateci o i Comuni chiudono» L'appello dei sindaci di Cembra

Un appello, o meglio, un grido: «aiutateci». Ieri mattina i sindaci di Albiano, Erna Pisetta, di Segonzano, Pierangelo Villaci e di Sover Carlo Battisti insieme al presidente della Comunità di Valle di Cembra, Simone Santuari, sono scesi a Trento per raccontare una situazione che si trascina da mesi e soprattutto senza vedere all’orizzonte nessuna soluzione con il risultato concreto di una possibile paralisi di quattro comuni (ai tre c’è da aggiungere Lona Lases attualmente retto dal commissario).

Una protesta civile, non partitica (il sindaco di Sover ha chiesto che il consigliere provinciale Claudio Cia non fosse presente alla conferenza stampa «per evitare strumentalizzazioni») ma ferma nei toni. Le dimissioni dei sindaci paventate ieri non sono per il momento all’ordine del giorno ma è chiaro che se la situazione non cambierà i primi cittadini prenderanno drastiche decisioni.

Una vicenda che ha un po’ del paradossale. Da una parte le gestioni associate dei servizi comunali Sinistra Avisio che vede coinvolti diligentemente i quattro comuni, dall’altra una vicenda giudiziaria con protagonista l’economa del comune di Sover, attualmente sospesa, e rinviata a giudizio. La funzionaria, la cui sorte processuale sarà nota a maggio, ha lasciato una «eredità» di dissesto amministrativo pesantissima: devono essere ricostruiti dieci anni di documenti, spese, pagamenti e tutto quando richiesto dalla burocrazia e dalle varie inchieste della magistratura sia penale che contabile.

E questo «rendiconto» mette in crisi tutte le amministrazioni perché i dipendenti sono impegnati a far solo quello da mesi, bloccando l’ordinaria e la straordinaria amministrazione, senza contare che in Valle di Cembra la gestione associata ha pure in carico il delicato settore del porfido.

«Chiediamo con forza un aiuto alla Provincia affinché ci dia del personale di supporto, temporaneamente, per ovviare al blocco dei Comuni» dice il dottor Villaci. «Su come sia il supporto a noi interessa poco. Ma così non possiamo più andare avanti».

«La vicenda di Sover sta paralizzando ogni nostra opera - aggiunge la dottoressa Pisetta - siamo impossibilitati a fare quello che ci hanno chiesto i cittadini».

Un esempio? Il Comune di Albiano ha un albergo di proprietà ma non riesce a procedere con una gara d’appalto per le suppellettili perché i funzionari sono impegnati sul caso Sover. Risultato? «Tutto bloccato - risponde Edj Ravanelli vicesindaco di Albiano - e pensare che abbiamo 6,5 milioni di euro da investire ma non ci riusciamo causa mancanza di personale».

In una valle che ha perso mille posti di lavoro nel settore porfido in pochi anni, perdere anche 6,5 milioni di lavori pubblici è un peccato mortale.
Tutto questo accade in una provincia dove di certo il settore pubblico non è carente. Sembra impossibile che non si possano staccare tre-quattro persone per un anno allo scopo di aiutare a fare luce sulla situazione di Sover. Eppure è così.
L’ottobre scorso, l’assessore Carlo Daldoss aveva promesso una soluzione che sembrava vicina ma poi a febbraio ha risposto ad un’altra lettera dei sindaci dicendo che la Provincia non avrebbe comandato nessun funzionario ad operare in Val di Cembra.

In tutto questo c’è anche il lato beffardo. Lo spiega Carlo Battisti, sindaco di Sover: «Dobbiamo pagare il 50 per cento dello stipendio alla funzionaria sospesa fino alla sentenza. Come dire: dopo la beffa anche i danni».
ll presidente Simone Santuari allarga il discorso: «La Valle di Cembra in poco tempo da 11 è passata a 7 comuni ed ha realizzato un’unica gestione associata. Abbiamo rispettato lo spirito della rifoma provinciale perché alle gestioni associate ci crediamo e lo abbiamo dimostrato. In altre comunità non c’è stata sempre questa partecipazione». E poi la stoccata: «Il Consorzio dei Comuni potrebbe essere più incisivo in questo frangente perché ne va di mezzo il funzionamento di municipi».

Se le gestioni associate, come si è visto in tutta la provincia, non sono facili da far funzionare, rimane la straordinarietà del caso Val di Cembra. I sindaci sono in prima linea in questa difficile battaglia: «Se le cose non funzionano - conclude Erna Pisetta - i cittadini si rivolgono a noi. Li capisco ma la Provincia ci deve dare gli strumenti per operare altrimenti nessuno vorrà più fare l’amministratore nel suo paese».

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