I lupi uccidono più degli orsi Rischio per cani senza guinzaglio

Una sessantina di orsi, compresa una decina di cuccioli, sei branchi di lupi e una lince sono presenti sul territorio provinciale. I numeri arrivano dal rapporto Grandi Carnivori della Provincia presentato ieri sera al Muse. Orsi concentrati nel Trentino Occidentale mentre i lupi sembrano preferire quello Orientale.

Nonostante la presenza dell’ orso sia numericamente più massiccia con i 52-63 esemplari stimati nel 2017, in proporzione sembra essere il lupo a mietere più vittime tra gli animali da allevamento, mentre l’orso fa più danni alle coltivazioni.

In seguito agli atti predatori del lupo sono state presentate in Provincia 53 richieste di indennizzo. Quattro sono state respinte, ma in totale sono stati liquidati oltre 46 mila euro per l’uccisione di 20 bovini, 75 ovicaprini (più 44 dispersi e un ferito) e 4 equini (più 5 feriti). La maggior parte degli eventi predatori sono stati registrati nel Trentino Orientale (soprattutto nell’area della Lessinia e in val di Fiemme) e solo una minima parte in quello Occidentale (zona Peio/Rabbi).

Tutta «colpa» dei sei branchi e della coppia presente sul nostro territorio. In particolare - secondo il rapporto Grandi Carnivori - per il quinto anno consecutivo nel branco dei Lessini sono nati 5 cuccioli. In zona vi sono poi altri due branchi, rispettivamente nel gruppo del Carega e sull’altopiano di Asiago, con frequentazioni in Valsugana, entrambi composti da circa 8 individui. Nel corso della primavera 2017 ulteriori tre branchi si sono formati sul territorio provinciale: in alta Val di Fassa (6 soggetti stimati), in alta Val di Non (3 soggetti stimati) e nella zona Pasubio-Folgaria (6 soggetti stimati).

Per quanto rigurda l’orso, invece, nel 2017 sono state inoltrate al Servizio Foreste e fauna 216 denunce di presunti danni e 154 richieste di indennizzo (10 respinte) per un totale liquidato di quasi 83 mila euro (22.708 per patrimoni apistici, 43.421 euro per patrimoni agricoli, 15.544 euro per patrimoni zootecnici).

L’attività di monitoraggio dell’orso da parte degli addetti è serrata. Una sessantina le fototrappole (due sono state rubate, ndr) che hanno scattato oltre 70 mila foto registrando la presenza del plantigrado in 23 siti su 59 totali. Ciò, insieme al monitoraggio satellitare di 3 orsi e altri sistemi, ha consentito di mappare la presenza dell’orso sul territorio e i suoi spostamenti concentrati nell’area della Paganella, del Bondone e del Brenta.

Le immagini scattate sono inoltre servite anche per uno studio sui cani presenti nei bosco (645 nel triennio 2015-2017), distinguendo tra cani al guinzaglio e cani non al guinzaglio. Ne è risultata una netta prevalenza (78%) di casi con cani sciolti rispetto ai casi con cani al guinzaglio (22%) «La presenza di cani senza guinzaglio costituisce un fattore di rischio in caso di incontri ravvicinati con il plantigrado, che va per quanto possibile limitato», si legge nel documento.

Diverso il discorso per i cani da orso . Nel 2017 l’apposita squadra è stata attivata per 37 interventi, di cui 4 per azioni di dissuasione, 2 su investimenti stradali, 11 per ricerche mirate di campioni genetici. Nel corso dell’anno si è instaurata inoltre una collaborazione con lo Scandinavian Brown Bears Project per l’acquisto di due nuovi cuccioli nel 2018, che andranno a sostituire i due cani più anziani. Cani importanti anche sul fronte della prevenzione dei danni. È stato infatti finanziato dalla Provincia l’acquisto di 5 cani per la protezione di animali da pascolo dagli attacchi del plantigrado e dei lupi(2 di questi saranno consegnati nei primi mesi del 2018).

Infine da ricordare la collaborazione con la squadra antiveleno del Corpo di Polizia Provinciale di Belluno che è intervenuta in quattro occasioni. In particolare l’intervento del 27 dicembre è stato specificatamente richiesto a seguito di casi di avvelenamento di cani. Nell’occasione sono state rinvenute due possibili esche, inviate all’Istituto Zooprofilattico per le analisi.

Ma non solo orsi e lupi sul territorio Trentino. Nella zona compresa tra i monti della Val d’Ampola e la destra Chiesa è infatti confermata la presenza di una lince . L’animale, in tutta la sua bellezza, è stato immortalato il 17 novembre alle 20 e 3 da un cacciatore di Storo che l’ha ripresa con fototrappola sui versanti sovrastanti il paese.

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