Trentino, viste fiscali per malattia Cinquecento dipendenti richiamati Inps, controlli solo nel privato

di Andrea Bergamo

Ogni anno sono circa 500 le persone richiamate dai medici dell’Inps perché non trovate in casa al momento della visita fiscale. E chi lavora nelle aziende private ha meno probabilità di ammalarsi rispetto a quanti operano nella pubblica amministrazione.
Una tendenza confermata dall’Osservatorio statistico dell’Inps, che in questi giorni ha elaborato i dati relativi al 2016, quando l’Istituto di previdenza diretto in Trentino da Marco Zanotelli aveva raccolto oltre 204mila certificati medici, elaborandone però soltanto meno di 132mila, ossia quelli che provenivano dalle aziende private.

L’analisi della documentazione medica relativa ai dipendenti dell’ente pubblico, fino alla scorsa estate, non veniva fatta. A settembre è scattata a livello nazionale l’omogenizzazione dei controlli a campione, passati in capo all’Istituto di previdenza. Ovunque in tutto il Paese, ma non in Trentino. Perché la Provincia - che ha competenze primarie sul personale - ha deciso di mantenere la titolarità dei controlli in capo all’Azienda sanitaria. Che tuttavia non ha accesso al database dell’Inps e dunque non ha la possibilità di eseguire verifiche mirate.

L’Istituto guidato da Zanotelli dispone invece di un «cervellone» che mette in luce eventuali anomalie attraverso l’analisi delle decine di migliaia di certificati trasmessi online dai medici.

Il sistema informatico non analizza dunque i dati relativi ai dipendenti di Comuni, Comunità di Valle e Provincia, mentre l’Istituto si occupa invece dei circa 3.600 dipendenti statali che operano sul nostro territorio, e che dipendono da Roma.

Delle visite a domicilio si occupano 5 dei 9 medici che lavorano per conto dell’Istituto: ogni anno svolgono circa 4.000 controlli (il 20% su richiesta dei datori di lavoro), per una media di circa 20-30 visite al giorno.

Si concentrano in particolare sulle assenze «anomale», come quelle che si verificano in prossimità del weekend. I lavoratori richiamati perché assenti in casa sono circa 500.

Al di là dei controlli, l’Inps dispone comunque dei dati che mettono in luce oggettive differenze tra settore pubblico e privato. Secondo l’Osservatorio statistico, oltre la metà dei dipendenti pubblici del Trentino è rimasto assente dal lavoro per malattia per almeno un giorno, mentre nel settore privato le persone cagionevoli rappresentano appena un terzo del totale.

E pur rappresentando meno di un quarto dei lavoratori dipendenti, gli assunti nel settore pubblico hanno presentato un terzo dei certificati medici totali.

L’Osservatorio ha inoltre evidenziato come i dipendenti delle aziende private consegnino ai propri datori di lavoro mediamente meno di un certificato a testa (0,93 per l’esattezza) all’anno, mentre i lavoratori del settore pubblico ne forniscono quasi due (1,78). A tal proposito va detto che questo dato potrebbe essere legato al fatto che una quota delle assunzioni nella Pubblica amministrazione è riservata alle categorie protette (come ad esempio i disabili).

«Il nostro è un territorio decisamente virtuoso» osserva il direttore Zanotelli. Snoccioliamo dunque qualche numero: 49mila dei 141mila dipendenti delle aziende private in Trentino hanno presentato nel 2016 quasi 132mila certificati medici, per un totale di oltre 817mila giorni di malattia.

I settori maggiormente interessati sono quelli che occupano il maggior numero di persone: in testa c’è il manifatturiero (21%), seguito da commercio (19,8%), alberghiero e ristorazione (10,7%) e costruzioni (7,5%).

Guardando invece al settore pubblico, 72mila è il totale dei certificati presentati nel 2016 da quasi 25mila dei 41mila lavoratori pubblici, per un totale di 425mila giorni di mlattia.

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