Anche un trentino nel team del meteo per le Olimpiadi

di Andrea Bergamo

Le previsioni meteo delle Olimpiadi invernali di Pechino 2022 non avranno segreti grazie al lavoro di un team internazionale di ricercatori e docenti universitari del quale è membro anche il trentino Lorenzo Giovannini.

Una squadra di esperti per la produzione e la conservazione della neve, visto che a Pechino i fiocchi sono una rarità. Il ricercatore del Gruppo di fisica dell’atmosfera dell’Università di Trento è rientrato da pochi giorni dalla Cina, dove ha visitato l’area nella quale sorgeranno gli impianti sciistici: «Approfondiremo i microclimi del territorio con il supporto di preziose apparecchiature di rilevazione in funzione già a partire dall’inverno 2017. Un supporto scientifico per la programmazione delle gare per quanto riguarda le discipline di sci alpino».

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Una sfida importante che vede la partecipazione di un unico Ateneo europeo - quello trentino - contattato da un’agenzia meteorologica di Pechino individuata dagli organizzatori dell’evento. Gli altri membri del team provengono invece dagli Stati Uniti: 5 persone (oltre a Giovannini) alle quali presto se ne aggiungeranno altre. Oltre al ricercatore di Trento, lavorerà a questo progetto anche il professor Dino Zardi del Dipartimento di Ingegneria civile ambientale e meccanica. L’Università trentina ha prodotto alcuni studi internazionali giudicati evidentemente interessanti dai meteorologi cinesi, specializzati nelle previsioni del tempo in ambito urbano, piuttosto che nelle aree montane. «Abbiamo curato alcuni lavori riguardanti la meteorologia in montagna, dai quali gli organizzatori sono risaliti al nostro nome. Recentemente abbiamo partecipato alla Conferenza internazionale di meteorologia alpina a Reykjavik in Islanda, che nel 2019 sarà ospitata invece a Riva del Garda» spiega Giovannini.

Nel corso della sua trasferta nel Paese del Dragone, durata tre giorni, il ricercatore trentino ha partecipato a diversi workshop e visitato l’area dove si disputeranno le Olimpiadi «per prendere confidenza con il territorio nel quale andremo ad operare». Quest’area si trova a un centinaio di chilometri a nord della capitale che si raggiunge in circa tre ore di tragitto in auto: «Ma è in previsione la costruzione di una rete ferroviaria ad alta velocità che consentirà ad atleti e spettatori di raggiungere il villaggio olimpico dal centro della capitale in appena 20 minuti. Tutto sarà costruito da zero perché in zona non esistono complessi sciistici, per cui si sta già procedendo con i disboscamenti e sono in corso i lavori per le piste da bob e slittino».

In quell’area (una valle piuttosto stretta dominata da una montagna di 2.200 metri) le nevicate sono piuttosto rare e poco abbondanti – si parla di appena 10-15 centimetri di coltre bianca – mentre le temperature sono particolarmente rigide e questo faciliterà la produzione di neve artificiale per le piste. «Dovremo approfondire la climatologia della zona, quasi sconosciuta agli studiosi, attraverso alcune campagne di misurazione. Metteremo dunque a punto un sistema di previsione in grado di raccogliere in anticipo di qualche giorno parametri relativi a temperatura, umidità e velocità del vento. A richiederlo agli organizzatori è il Comitato olimpico internazionale - riferisce il ricercatore trentino -. Esistono infatti alcuni vincoli da rispettare per disputare le diverse gare, a partire da visibilità e intensità del vento». Non sarà certo un gioco da ragazzi, se si considera che – a differenza della pianura – in montagna i campi meteorologici sono piuttosto variabili. Dovranno essere elaborate dunque previsioni ad altissima risoluzione, perché forniranno informazioni dettagliate relative a zone specifiche di quell’area a nord di Pechino.

Nel corso del primo sopralluogo sul posto, il team di esperti ha dunque messo in luce le difficoltà relative all’attività di previsione del tempo in alta quota per via della complessa orografia. È seguito dunque un seminario che i membri del gruppo «tecnico» ha tenuto per i meteorologi locali. Seguiranno altri workshop, alcuni dei quali in videoconferenza, ma con l’avvicinarsi dell’appuntamento olimpico il team trascorrerà dei lunghi periodi a Pechino.

Nel frattempo, Lorenzo Giovannini continuerà a lavorare al progetto BrennerLec per la riduzione degli inquinanti emessi sull’Autobrennero. Un progetto che coinvolge altri partner oltre all’Università di Trento come A22, l’Appa di Trento e Bolzano, la società di ingegneria altoatesina Cisma e l’incubatore d’imprese Idm Suedtirol. Grazie alla collaborazione dei vari partner in campo si vuole dunque contenere in  particolare il biossido di azoto attraverso alcune politiche di riduzione degli inquinanti in determinate condizioni. Si pensa quinti all’istituzione di limiti di velocità variabili in condizioni di particolare criticità ambientale.

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