Zaia: «No alla chiusura dei passi dolomitici» La Regione Veneto sul «caso Sella» Il governatore scrive al ministro Delrio

Con una lettera inviata al ministro Graziano Delrio il presidente del Veneto, Luca Zaia, esprime la sua contrarietà all’iniziativa di chiusura del Passo Sella, «che le Province autonome di Trento e Bolzano hanno d’intesa programmato a luglio e agosto. Rispetto alla quale mi viene riferito essere stata accordata l’autorizzazione» da parte delle strutture del ministero.

«Sul piano del metodo - scrive Zaia nella missiva inviata il 4 luglio - ritengo sia sempre doveroso attenersi a corrette ed equilibrate relazioni istituzionali fra enti territoriali, specialmente se interessati a problemi comuni, rifuggendo di conseguenza dall’assunzione di decisioni unilaterali».

Precisando di ritenere che «iniziative di tal genere debbano necessariamente coinvolgere in termini di programmazione e di valutazione degli impatti anche i territori confinanti, e nello specifico Regione Veneto e Provincia di Belluno», Zaia è rammaricato nel «constatare che l’iniziativa sia stata programmata e autorizzata senza valutare la posizione assunta dalla Regione Veneto e dalla Provincia di Belluno, che pur condividono assieme alle Province autonome confinanti e al Governo nazionale, importanti tavoli istituzionali per lo sviluppo sostenibile dei loro territori».

Sul piano del merito, Zaia evidenzia «con forza» a Delrio «gli impatti negativi che iniziative preclusive del diritto alla mobilità come questa, non programmate strategicamente su basi più ampie e condivise, possono avere sull’economia turistica delle aree montane», dato che «l’indotto generato da questo settore, specialmente nel periodo estivo, costituisce un elemento vitale per la sopravvivenza di interi comprensori montani, che proprio sul turismo fondano il loro sostentamento, combattendo così lo spopolamento ormai in atto da decenni».

Garantendo da subito la massima disponibilità e collaborazione della Regione Veneto, Zaia invita Delrio «a riconsiderare l’intera questione e a valutare e promuovere opportune iniziative alternative», «in un quadro di sostenibilità che non penalizzi le popolazioni locali».

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