Appalti per le rogge inquinate di Trento Nord Lavori per 12 milioni affidati entro fine mese

di Franco Gottardi

«La commissione sta concludendo la valutazione delle offerte tecniche ed economiche relative ai lavori di bonifica delle rogge inquinate di Trento Nord ed entro fine mese si dovrebbe finalmente arrivare all’aggiudicazione».

La precisazione è di Raffaele De Col, dirigente del Dipartimento infrastrutture della Provincia, e integra in maniera sostanziale le informazioni fornite a questo proposito dal sindaco Alessandro Andreatta in risposta a un’interrogazione presentata dalla presidente del consiglio comunale, Lucia Coppola, esponente dei Verdi.

Si riaccende così la luce su un’area e un intervento di cui si stavano perdendo le tracce. Dopo dieci anni di rinvii la gara d’appalto era finalmente partita l’anno scorso ma aveva subìto una battuta d’arresto con il ricorso al Tar da parte di due dei dieci raggruppamenti di imprese partecipanti, che erano stati esclusi per aver indicato lo stesso trasportatore incaricato dello smaltimento delle sostanze inquinate.

Il Tribunale amministrativo aveva riammesso sia la Vibeco di Saronno che la Oberosler ma dal luglio dello scorso anno dell’appalto non si era più sentito parlare.

Ora finalmente l’aggiudicazione del primo lotto, 11,9 milioni di intervento di pulizia della Primaria di Campotrentino e della Lavisotto di cui 6,2 per i lavori, 5,3 per il trasporto e smaltimento e il resto per oneri di sicurezza, è imminente.

«La Provincia conta di aggiudicare i lavori nel corso dell’anno» scrive prudentemente Andreatta. I tempi saranno più rapidi ma De Col è altrettanto cauto nel parlare di avvio dei cantieri.

«Su quello non mi esprimo perché nuovi ricorsi al Tar sono sempre possibili e ormai in questi appalti non c’è nulla di certo» afferma il dirigente.

Il progetto di pulizia delle rogge nel suo complesso prevede interventi lungo tutto il loro sviluppo, anche sotto le strade della città e fino alla confluenza dell’Adigetto con l’Adige, per 33 milioni di euro, 19 dei quali a carico dello Stato che ha dichiarato i siti inquinati di Trento Nord di interesse nazionale.

Non ci sono prospettive all’orizzonte invece per la bonifica dei terreni ex Sloi ed ex Carbochimica. I proprietari delle aree, costituiti in Consorzio di bonifica e sviluppo, hanno depositato nel 2014 l’analisi di rischio al Ministero dell’Ambiente ma da Roma finora sono arrivate richieste di integrazione della documentazione ma non una risposta definitiva.

Del resto i costi da affrontare sono talmente alti e le prospettive del mercato immobiliare talmente incerte per non dire negative che il cosiddetto piano Gregotti, l’operazione di pianificazione concertata e inserita nelle previsioni urbanistiche, sembra obiettivamente al momento inattuabile.

«Se gli attuali proprietari fossero i soggetti che hanno inquinato avremmo più armi per spingerli a intervenire, ma loro hanno acquistato quando si pensava che la bonifica costasse molto meno di quanto in realtà costerà» segnala il vice sindaco e assessore all’urbanistica Paolo Biasioli. Insomma, non saranno costretti a pagare.

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