Impennata di sfratti: un balzo del 70% «Mandati via di casa anche anziani soli»

di Francesco Terreri

Impennata degli sfratti l’anno scorso a Trento. I nuovi provvedimenti emessi dal Tribunale sono 323, il 70% in più dei 190 del 2015. Le richieste di esecuzione sono in calo del 13,5% a 288. Ma gli sfratti eseguiti, cioè le persone e famiglie che hanno dovuto effettivamente lasciare l’abitazione in cui vivevano, sono 128, il 13,3% in più rispetto all’anno precedente.

Ancora una volta gran parte degli sfratti, il 93%, è per morosità, spesso «incolpevole» cioè dovuta alle difficoltà economiche della famiglia a pagare l’affitto. Ma i sindacati degli inquilini denunciano: anche negli sfratti per finita locazione ci vanno di mezzo soggetti deboli come le donne anziane, mandate via da case dove hanno vissuto per decenni, pagando regolarmente l’affitto.

Il quadro degli sfratti 2016 per singole regioni e province è stato reso noto dall’Ufficio centrale di statistica del Ministero dell’interno. A livello nazionale i provvedimenti di sfratto sono 61.718, in calo del 5,5%. Aumentano invece sia le richieste di esecuzione, arrivate a 158.720 (+3,1%) che gli sfratti eseguiti, che risultano 35.336, in crescita dell’8% sull’anno precedente.

Tra i provvedimenti, l’89% è per finita locazione. I dati trentini sono quindi in parziale controtendenza rispetto al contesto nazionale. Il Trentino Alto Adige è una delle poche regioni, insieme a Piemonte, Basilicata e Sardegna, dove i provvedimenti di sfratto 2016 aumentano (+28,6%). Ma tutto dipende dal balzo di Trento, perché a Bolzano gli sfratti sono in leggero calo (-0,4% i provvedimenti, -2% le richieste di esecuzione) e le misure eseguite sono in diminuzione del 22%.

In provincia di Trento si contano 300 sfratti per morosità e altra causa, che, come abbiamo detto, rappresentano una percentuale superiore a quella media nazionale (92,9% contro 88,8%). Di essi, 95 riguardano il capoluogo, 205 il resto della provincia. I provvedimenti per finita locazione sono invece 23, di cui 9 a Trento città e 14 in altre località. Non si registra invece nessun provvedimento di sfratto per necessità del locatore.

Che le perdite di abitazione per sfratto o pignoramento fossero tornate a crescere in Trentino si era avuto sentore già dai dati della relazione di inaugurazione dell’Anno giudiziario, riferiti al periodo dal 1° luglio 2015 al 30 giugno 2016 ( l’Adige del 30 gennaio). Gli sfratti erano aumentati negli anni della crisi ma poi negli ultimi anni si erano assestati sia per i segnali di ripresa economica, sia per le misure di proroga per le aree ad alta tensione abitativa prese dai governi. In ogni caso, negli ultimi cinque anni sono stati emessi in Trentino 1.164 provvedimenti di sfratto, mentre 589 persone e famiglie hanno perso la casa a seguito dell’esecuzione del provvedimento.

«Ci aspettavamo una valanga di sfratti esecutivi a seguito della fine delle proroghe decise negli anni scorsi - afferma l’avvocato del lavoro Sonia Guglielminetti, che rappresenta il sindacato degli inquilini Sunia - Ora provvedimenti pendenti da anni arrivano all’esecuzione. Va detto che da noi in Trentino non vediamo molte famiglie sulla strada. Potrebbero esserci quindi dei paracadute. Ma nella mia esperienza vedo anche molti casi di perdita della casa che non emerge perché la persona sfrattata è un soggetto debole, spesso una donna anziana».
«Proprio questa mattina (ieri ndr ) sono andata in Tribunale a depositare un’istanza di proroga ai sensi della legge 431 del 1998 per una signora anziana.

La maggior parte delle istanze che ho presentato, riferite agli ultimi anni, riguarda anziani. In questo caso è morto il proprietario dell’appartamento dove questa signora viveva sola da molti anni, pagando regolarmente l’affitto. Gli eredi vogliono riprendersi l’appartamento e non si fanno scrupoli di avviare una procedura di sfratto per finita locazione di una donna di 87 anni».

«Ci sono stati altri casi in cui la persona anziana è morta per il dispiacere di lasciare la casa in cui aveva vissuto - prosegue Guglielminetti - Il problema è grave perché l’anziana sfrattata deve trovare un’altra casa con affitto basso, mettere in conto un trasloco, oppure fa la domanda all’Itea ma i tempi non sono brevi, magari lo sfratto è a gennaio e dell’Itea si saprà a luglio».

E i tempi di proroga ottenibili adesso sono limitati: «In situazioni particolari, persone di più di 65 anni, una persona gravemente ammalata in casa, redditi familiari inferiori a 27 mila euro annui, può scattare la proroga da 6 a 18 mesi, a seconda della gravità, in base alla legge 431/98. È rimasta solo questa possibilità».

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