Arriva dagli Usa il protocollo dei vigili del fuoco trentini

di Marica Viganò

Arriva dagli Stati uniti il sistema di gestione telefonica delle emergenze dei vigili del fuoco, che da mercoledì diverrà operativo. Ad adottarlo sono i pompieri permanenti di Trento, primi in Italia fra i professionisti del settore ad utilizzare un software dedicato e un protocollo nato oltre oceano ed integrato dalle informazioni contenute nell’archivio locale.

«Miglioreremo l’efficienza della centrale operativa» promette il comandante dei vigili del fuoco permanenti Ivo Erler. Professionalità unita alla velocità di un protocollo che i 40 operatori della centrale 115 hanno imparato a conoscere negli ultimi mesi. «Siamo partiti a settembre, ma siamo in continua evoluzione - aggiunge il comandante - c’è ancora lavoro da fare. Questa è una fase propedeutica, per iniziare mercoledì, alla quale seguirà una fase di approfondimento e di mantenimento continua. Abbiamo accreditato ai corsi tutti gli operatori di centrale, divisi in gruppi». Operatori che hanno anche una specifica conoscenza della lingua inglese per gestire l’emergenza.

A cambiare sarà la fase di allertamento, la gestione della prima chiamata. «L’operatore si approccia alla persona che sta chiamando per chiedere aiuto o segnalare l’evento, attraverso una serie di domande chiave, precostituite, che portano chi è sul posto a dare completa definizione di ciò che vede - prosegue Erler - La prima domanda sarà relativa al luogo in cui si trova il chiamante. Poi lo guidiamo a fornire informazioni attraverso un percorso che per noi è codificato. Per ogni risposta c’è un campo del software da compilare e che permette di definire il tipo di evento».

Si tratta di un software complesso, articolato in 28 macrosettori che comprendono 180 tipologie differenti di intervento. «L’operatore partendo dalla macroarea arriva ad identificare l’evento particolare. Il software, integrato dalle informazioni del nostro archivio, dà informazioni su chi far partire e con quali mezzi», prosegue Erler.
Il sistema, dell’International Academies of Emergency Dispatch nello stato dello Utah, è in sigla Fpds, ossia Fire Priority Dispatch System, dedicato ai vigili del fuoco. Dello stesso programma fanno parte il protocollo per l’emergenza sanitaria, utilizzato in Italia da alcune centrali operative del 118, ed il protocollo per le forze dell’ordine.

Si tratta di un cambiamento nato dalla sinergia con la Centrale unica per le emergenze, il Cue, che partirà nel maggio prossimo. «È un sistema per algoritmi, validato scientificamente per arrivare a determinare la gravità e la complessità degli eventi» spiega Luisa Zappini, responsabile del Cue. L’operazione ha un costo di poche decine di migliaia di euro. «È stata una compartecipazione con l’Accademia, di cui io faccio parte come membro scientifico - evidenzia Zappini - loro hanno messo il software, noi il know how per un’evoluzione continua del sistema».

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