Trento, mamma con bebè rapinata in casa Si è trovata faccia a faccia con tre ladri

di Sergio Damiani

Sola in casa con il suo bambino di pochi mesi, a tu per tu con una banda di ladri d'appartamento. Sono stati istanti di paura, forse anche di terrore, quelli vissuti ieri sera da una famiglia residente in via dei Tigli.

I banditi, tre uomini che parlavano una lingua straniera, potrebbero essere accusati di rapina. Scoperto a rovistare nell'appartamento, uno dei tre non ha avuto remore ad affrontare la neomamma nel modo più duro e minaccioso: «Non urlare, altrimenti ti ammazzo...» ha detto il ladro diventato rapinatore perché brandiva un cacciavite.

Il movimentato episodio - l'ennesimo del filone furti in casa - è accaduto ieri sera, poco dopo le 18 e 30, in San Bartolomeo. Siamo in via dei Tigli, in un quartiere densamente popolato. La palazzina, al civico 2, si affaccia su viale Verona. A quell'ora c'è ancora parecchia gente per strada; molti appartamenti sono occupati dai residenti, come dimostrano le luci accese.

Tutto ciò non ha scoraggiato i tre ladri che si sono arrampicati sul balcone del piano rialzato, sul retro della palazzina. Saltare sul poggiolo, che si trova ad un paio di metri dal piano strada, è stato facile. Altrettanto semplice è stato forzare un serramento creando un varco per entrare nell'appartamento.

I malviventi erano convinti che i proprietari dell'alloggio in quel momento fossero fuori casa. Invece la donna, con il figlio di pochi mesi, era in camera. È stata lei a sentire dei rumori strani venire dal suo stesso appartamento. Ha aperto la porta della camera trovandosi faccia a faccia con un ladro che rovistava tra le sue cose. La donna è rimasta scioccata per la paura. Anche i ladri, convinti di agire indisturbati, sono rimasti spiazzati.

Ma la reazione non si è fatta attendere: uno di loro ha minacciato la mamma di morte, e per dare sostanza alle sue parole ha mostrato il cacciavite usato per forzare la portafinestra. La donna ha pensato solo al suo piccolo. Si è barricata in camera stringendo il bambino. Non c'è stato bisogno di urlare. I ladri-rapinatori si sono rapidamente dileguati nella notte fuggendo dal balcone. Pare non abbiano rubato nulla e neppure c'era nulla da rubare a casa di una famiglia normale. 

Sul posto è intervenuta una pattuglia dei carabinieri del radiomobile che ha raccolto la denuncia della donna, nel frattempo confortata dal marito rientrato poco dopo dal lavoro, da amici e dai vicini di casa. Gli investigatori della scientifica hanno eseguito rilievi accurati dentro e fuori dell'appartamento. La speranza di dare un nome e un cognome ai malviventi è legata soprattutto ad un'impronta digitale oppure ad una traccia organica da cui ricavare un dna.

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