Colletta alimentare, in Trentino +2% nonostante crisi e difficoltà

di Matteo Lunelli

In calo a livello nazionale, in crescita a livello locale. Ancora una volta il Trentino Alto Adige è in controtendenza e (anche) questa volta c'è da andarne fieri.

I dati sono quelli della colletta alimentare, andata in scena sabato nei supermercati di tutta Italia: il dato medio nazionale parla di un -5% (8.500 tonnellate contro le 8.900 del 2015), quello regionale di un +2% (267 tonnellate contro le 262 del 2015).

Insomma, quando si parla di generosità ancora una volta i trentini rispondono «presenti».

Nonostante tutto, verrebbe da aggiungere. Perché i problemi ci sono anche da noi e tirare fuori dalle tasche anche solo qualche euro può diventare difficile. Ma alla fine a vincere è la voglia di solidarietà. E anche, perché no, il fatto che in provincia mediamente le persone abbiano redditi maggiori rispetto ad altre zone d'Italia. Inoltre il dato nazionale risente dei drammatici eventi dei terremoti e delle alluvioni, che hanno reso impraticabili o addirittura distrutto molti supermercati. 

«Andando oltre ai numeri - sottolinea Duilio Porro, presidente del Banco Alimentare del Trentino - bisogna dire che l'iniziativa ha riscosso un grande successo di partecipazione. Da noi abbiamo mantenuto e anzi aumentato la raccolta, ma la nostra regione è più agiata rispetto ad altro. Mi ha stupito che abbiano donato anche tante persone che hanno poco o niente e poi tantissimi giovani, entrati al supermercato per comprarsi qualcosa, poi, dopo la spiegazione, ci hanno portato un pacco». 

Ma ecco cosa hanno detto i volontari in città. Al Sait in piazza General Cantore, per tutta la giornata di sabato si sono alternati i ragazzi di quinta elementare delle scuole di Cristo Re che fanno parte del gruppo catechesi. Per loro, accompagnati da insegnanti e catechiste, un'esperienza diversa e formativa. «Impariamo a chiedere e a metterci alla prova». E poi svelano: «Quelli che ci dicono no proprio non li capiamo». «Imparare a sopportare e giustificare qualche rifiuto è importante», intervengono le insegnanti.

Al Despar di San Martino c'erano Gabriele, Emanuele e Martina, della parrocchia di Cognola, che sottolineano una frase che li ha fatti riflettere molto. «La mattina è arrivato un pensionato, ha preso il sacchetto ma ci ha detto: "Questa iniziativa è bella, però dovreste farla nei primi giorni del mese, quando abbiamo più soldi in tasca, mentre a fine mese si arriva con gli euro contati". Beh, alla fine ci ha lasciato comunque un sacchetto pieno, ma quella frase detta col sorriso ci ha fatto pensare. Poi sono venuti dei bimbi, che alla fine ci hanno salutato dicendo "Comunque quelli che riempiono il sacchetto sono più contenti"».

All'IperPoli si sono alternati decine e decine di ragazzi, come conferma Gianluca. «Si sono presentati in tanti, amici di amici, tutti volontari. E poi ci ha dato una mano anche un gruppo di richiedenti asilo. Hanno contribuito persone di diversa età, estrazione sociale ed etnia. Hanno riempito i sacchetti anche persone che poi, probabilmente, il contenuto di quel sacchetto lo riceveranno, e questo è molto bello».

Alla Coop dei Solteri c'erano gli Alpini. Corrado racconta: «Qui non è passata molta gente, perché in zona ci sono altri supermercati molto grandi. Ma alla fine a fare la differenza sarà la somma totale. Si tratta di piccoli gesti, ma è importante farli ed è importante far sentire la nostra presenza e coinvolgere i giovani, facendo percepire perché lo facciamo». 

Poco distante, prima di Melta, all'Eurospin si sono alternati almeno cinquanta volontari, tutti genitori e figli. «Stiamo raccogliendo un po' meno rispetto al passato - confessa Jenny -: molte persone che vengono qui ci dicono che anche loro hanno bisogno e, pur avendo il desiderio di aiutare, sono in difficoltà». Poi una signora parla con uno dei volontari: «Io vi darei volentieri qualcosa, ma ultimamente ho mandato sms per i terremotati, dato vestiti in parrocchia e aiutato in altri modi».

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