Furti nelle abitazioni sul Garda Altri due arresti dei carabinieri

Altri due arresti dei carabinieri della compagnia di Cavalese nell’ambito dell’operazione «Selfie», per cui erano state emesse 20 ordinanze di custodia cautelare.

Si trattava di un’indagine su un totale di 114 furti in abitazioni del nord Italia, con un bottino complessivo stimato in circa 200.000 euro.

L’ordinanza era stata emessa dal gip di Trento Francesco Forlenza lo scorso giugno per associazione a delinquere finalizzata a furti in abitazioni private, a conclusione di un’indagine iniziata a luglio del 2015.

I due arrestati in questi giorni, Bedri Demaj, 31 anni, e Armir Gjecaj, 26 anni, entrambi albanesi, sono ritenuti responsabili, con un terzo uomo, di quattro colpi messi a segno il 6 gennaio di quest’anno a Riva del Garda, con danni causati rispettivamente per 20.000, 40.000, 4.925 e 180 euro, tra preziosi e contanti rubati, più i danni agli infissi.

Il terzo uomo, Ilir Ndrejaj, che nei colpi avrebbe fatto da palo e sarebbe un membro di spicco della presunta banda, era stato già catturato nel luglio di quest’anno a Cassano d’Adda (Milano) dal nucleo investigativo di Verbania, in collaborazione con i militari di Cavalese.

Quel 6 gennaio, secondo la ricostruzione dei carabinieri, i tre erano stati intercettati da un equipaggio del Radiomobile di Riva del Garda, che iniziava un inseguimento, terminato a Limone sul Garda con lo speronamento della gazzella.

Secondo l’accusa, Demaj, per assicurare la fuga agli altri due, che avevano poi passato la notte nei boschi per evitare la cattura, aveva investito un carabiniere, medicato al pronto soccorso.

Demaj non era riuscito però a scappare ed era stato arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento.

Gli investigatori avevano ricostruito la fuga degli altri due, arrivando a prendere Ndrejaj.

Ora invece i carabinieri hanno fornito la ricostruzione dei fatti all’autorità giudiziaria roveretana, che ha emesso le misure cautelari per Demaj e Gjecaj.

Il primo è stato arrestato a Treviglio e il secondo, a Cassano d’Adda, dove vive e gestisce un bar.

Chiesta intanto l’estradizione dall’Albania di un altro membro della presunta banda, Dorjan Gjoka.

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