«Il minorenne in fuga aveva un oggetto in mano» Nuovi particolari sul ragazzo ferito da un agente

Il ragazzo di 17 anni che sabato notte, nel tentativo di fuga, è stato colpito da una pallottola sparata da un agente della polizia locale avrebbe tenuto in mano «un oggetto non facilmente riconoscibile», dunque qualcosa di minaccioso. Per questo motivo sarebbe partito il colpo di avvertimento del vigile, sparato verso il basso ma accidentalmente finito contro gluteo sinistro del giovane.

È quanto emergerebbe dalla relazione della polizia locale sull'episodio accaduto nella notte fra sabato e domenica al Bus de Vela, quando una pattuglia è stata speronata da una Fiat Qubo (auto poi risultata rubata a Levico), sulla quale viaggiavano quattro minorenni che avevano appena saltato un posto di controllo e che erano poi finiti fuori strada ribaltandosi. 

I ragazzi, fra i 16 ed i 17 anni d'età, hanno tentato la scappare ed il più grande di loro - successivamente riconosciuto come l'autore materiale del furto d'auto e il conducente del mezzo - è stato rincorso da un agente della polizia locale di Trento.

Nella relazione di servizio viene dunque ricostruito l'accaduto. L'inseguimento era avvenuto al limite del bosco, come evidenziato anche in una nota del Comune di Trento all'indomani dell'episodio, ma nella relazione si specifica che «la zona boschiva era priva di illuminazione». In un contesto simile, era dunque difficile, distinguere ombre ed oggetti, anche dare un'età al fuggitivo, che di fatto è minorenne ma già adulto di costituzione fisica. L'individuo, come emergerebbe dalla ricostruzione dei fatti contenuta nella relazione, prima di inoltrarsi nel bosco per far perdere le proprie tracce si sarebbe fermato e girato verso l'agente. In quell'istante il poliziotto si è accorto di «un oggetto non facilmente riconoscibile» nelle mani dello sconosciuto: una minaccia, alla quale ha reagito. 

L'agente ha estratto la pistola dalla fondina e, non avendo il colpo in canna, ha scarrellato e puntato l'arma verso il basso per un colpo di avvertimento.

In quell'attimo, il fuggitivo ha ripreso la sua corsa verso il bosco e la pallottola anziché finire nel terreno ha colpito il gluteo del giovane, che ha proseguito la sua corsa.

Attraverso le testimonianze degli altri ragazzi coinvolti, il fuggitivo è stato comunque identificato. Qualche ora dopo, a mezzogiorno di domenica, gli agenti si sono presentati a casa del ragazzo, in città: il diciassettenne non c'era, ma alla madre è stata spiegata la situazione. Contestualmente, è scattata la perquisizione d'iniziativa della pg nell'appartamento. 

È stato solo nel tardo pomeriggio, quando il ragazzo si è presentato al comando di via Maccani, che gli agenti si sono accorti che era ferito. Subito è stata chiamata l'ambulanza che lo ha accompagnato al pronto soccorso per la medicazione; avvisati dell'accaduto anche il magistrato di turno, il pm Davide Ognibene, e la procura dei minori, a cui erano già state inoltrate le segnalazioni dei giovani per gli episodi del furto e dello speronamento. 
Al momento non c'è alcun fascicolo aperto e il reato ipotizzabile, nel caso di un'apertura di inchiesta, è di lesioni aggravate. Il codice penale prevede la non punibilità per il pubblico ufficiale che fa uso delle armi per quando vi è necessità di respingere una violenza.

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