Di nuovo a scuola per ritrovare lavoro

In tanti tra i 28 e i 40 anni scelgono le scuole serali

di Chiara Turrini

In tempi di precarietà e crisi, a volte ci si trova a re-inventarsi, spesso tornando a scuola: centinaia di persone in Trentino si iscrivono ogni anno ai corsi serali offerti da diversi istituti. Ripartono in settembre dopo un anno di pausa dovuta allo stop dei finanziamenti del Fondo Sociali Europeo, mentre oggi sono tornate in capo alla Provincia Autonoma di Trento. 

Alle scuole serali ci sono ex studenti che dopo un abbandono scolastico precoce ci ripensano e cercano il titolo di studio, stranieri con lauree conseguite nei Paesi di provenienza non valide in Italia che chiedono un riconoscimento, persone di recente immigrazione per le quali lo studio è apprendimento ma anche integrazione. Oltre la metà non ha un lavoro ma possiede già alcune competenze, altri sono occupati ma vorrebbero una posizione migliore. In genere il percorso formativo serale offre il quarto anno con inserimento nelle aziende.

L'Enaip Trentino raccoglie ogni anno circa 65 iscrizioni per i corsi serali di Villazzano, che offrono qualifica di operatore meccanico ed elettrico, due ore tutte le sere e il sabato l'intera giornata di laboratorio. I nuovi corsi iniziano in settembre, ci sono già 40 richieste, in linea con gli anni passati. «Abbiamo ad esempio anche ex liceali che hanno trovato impiego come elettricisti - spiega la dirigente, Maria Cristina Bridi - e cercano il diploma per potersi mettere in proprio o accedere a scatti di carriera. Oppure ragazzi che tornano a studiare dopo abbandoni scolastici». Ma a volte non si chiede un titolo di studio: ci sono pure donne che vogliono acquisire le competenze per andare a lavorare nell'azienda del marito. 

Oltre il 10% degli studenti ha alle spalle solide formazioni universitarie. «Ci sono ingegneri dell'Est Europa che vogliono ottenere un riconoscimento, visto che la loro laurea in Italia non conta». Ai corsi arrivano anche richiedenti asilo, accompagnati da associazioni ed enti che si occupano di migranti, «tutti hanno qualche competenza pregressa». La durata della formazione si riduce notevolmente grazie ai crediti professionali che le scuole riconoscono a chi viene dal mondo del lavoro e ha già maturato esperienza. «Si tratta di percorsi importanti - continua Bridi - perché vanno in aiuto delle persone tra i 28 e i 40 anni che hanno difficoltà occupazionali, e sono la fascia più debole oggi». 

«Quasi l'80% degli iscritti ai nostri programmi per adulti è disoccupato, in mobilità o cassa integrazione - spiega Laura Scalfi, dirigente del Centro di Formazione Professionale «Veronesi», di Rovereto - mentre il restante è occupato ma cerca di consolidare le competenze». Il «Veronesi» si occupa anche della riqualificazione di lavoratori che hanno lasciato o perso l'impiego. Nell'offerta didattica ci sono diversi patentini professionalizzanti con frequenza diurna, come quello per manovrare il muletto, le macchine saldatura o apprendere i sistemi di certificazione energetica. L'iniziativa è frutto di una collaborazione con l'Agenzia del lavoro e realtà private.

«Di recente abbiamo gestito 183 ex dipendenti Whirlpool, con formazioni precedenti varie, dalla terza media alla laurea. Abbiamo offerto loro la possibilità di conseguire un patentino e ripensare un percorso» racconta Emiliana Rimoldi, responsabile dei progetti diurni. Nell'anno scolastico 2012-2013 l'istituto aveva raccolto oltre 700 iscrizioni («Noi speriamo di averne sempre meno» commenta Scalfi). Da un paio d'anni a questa parte gli studenti si attestano intorno ai 400. L'età degli studenti spazia dai 25 anni agli oltre 50. Oltre il 50% poi trova un lavoro.

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