A Palermo la folla accerchia gli agenti e fa fuggire un rapinatore

Hanno circondato le pattuglie che cercavano di fermare un rapinatore. Hanno accerchiato gli agenti, li hanno aggrediti. E il bandito è riuscito a scappare.
Tra omaggi a boss in manette e tentativi di proteggere spacciatori e criminali, non è la prima volta che a Palermo la gente si schiera dalla parte dei fuorilegge. È accaduto oggi nel quartiere Kalsa, rione arabo del centro storico che diede i natali a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

È a pochi metri dalla lapide che ricorda i due magistrati assassinati dalla mafia, nella piazza principale, che la folla - cittadini e commercianti - ha scelto di stare coi criminali. Era successo allo Zen, quartiere dormitorio nella periferia ovest di Palermo, quando un gruppo di abitanti si scagliò contro gli agenti che stavano arrestando uno spacciatore, e al Borgo Vecchio, altra zona ad alta densità criminale.

Oggi il copione si è ripetuto. Le Volanti stavano dando la caccia a due rapinatori che, dopo avere svaligiato insieme a due complici riusciti a scappare lo stand di un commerciante al mercato ortofrutticolo, stavano tentando di fuggire a bordo di una moto tra le strette strade del rione. La polizia, che era stata avvertita dalla vittima della rapina, è riuscita a fermare uno dei due banditi, trovato con addosso una pistola 7.65 col colpo in canna; l’altro, protetto dalla gente, è scappato. Ci sono stati attimi di tensione. I poliziotti sono stati circondati e sono stati costretti a sparare in aria per fare allontanare la folla. Il quartiere è stato messo sotto assedio da diverse pattuglie, ma del fuggitivo nessuna traccia.

Gli investigatori stanno analizzando le immagini delle videocamere piazzate in zona per identificare i favoreggiatori dei due rapinatori.
«È abbastanza evidente che ci sono ampie fette di territorio che rappresentano una sorta di terra di nessuno. È fin troppo chiaro che ci sono zone d’Italia in cui le Forze dell’Ordine si devono misurare con una mentalità tipica della giungla. Luoghi dove servirebbero davvero misure eccezionali per difendere la legge, la sicurezza, la legalità, e soprattutto per difendere chi porta la divisa», commenta Franco Maccari, segretario generale del Coisp, sindacato indipendente di Polizia. «Da regioni come Campania e Sicilia queste notizie sono all’ordine del giorno - insiste Maccari -, eppure, nonostante le incredibili condizioni in cui i colleghi devono operare, non ci pare che siano forniti di strumenti adeguati e sufficienti per difendere se stessi e gli altri».

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