Presunti terroristi, Amato sui sette scarcerati «Nessun errore, ma una valutazione convinta»

«Vorrei correggere alcune informazioni sbagliate, ma direi false, che sono uscite su qualche articolo di stampa

«Vorrei correggere alcune informazioni sbagliate, ma direi false, che sono uscite su qualche articolo di stampa, ovvero che il provvedimento di scarcerazione del gip di sette dei diciassette indagati fosse dipeso da un errore della procura. Questa è una notizia falsa e non verificata». Il procuratore capo Giuseppe Amato questa mattina, in un incontro con la stampa, ha voluto fare chiarezza rispetto a quanto riportato ieri dal quotidiano economico «Il Sole 24 Ore», che intervenendo sul caso dei 17 presunti terroristi curdi arrestati aveva ipotizzato che fossero stati liberati per un errore.

Come noto, dopo 5 anni di indagini e l’emissione di 17 misure cautelari, il Tribunale di Roma ha trasferito a Trento per competenza territoriale gli atti dell’inchiesta condotta dal Ros. La procura di Trento ha dunque dovuto in tempi molto rapidi riprendere in mano l’intero  fascicolo (sono oltre 30 faldoni di atti con migliaia di intercettazioni telefoniche) per rinnovare le misure cautelari. I pm trentini, dopo aver analizzato tutte le posizioni e le relative fonti di prova a carico, hanno deciso di rinnovare le richieste di misura cautelare solo per 10 su 17 soggetti inizialmente arrestati. Per alcuni  degli indagati non ci sarebbero infatti i gravi indizi di colpevolezza a sostegno dell’accusa di associazione a  delinquere finalizzata al terrorismo internazionale.

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Una scelta non certo frutto di un errore, come ha evidenziato Amato, ma di una attenta e convinta valutazione delle singole posizioni: «La verità - ha detto - è che nell'ambito della necessaria rivalutazione che noi abbiamo dovuto fare rispetto alla richiesta cautelare provvisoria avanzata da Roma, che dopo cinque anni di investigazioni ha ritenuto di essere incomptente e ha trasmesso gli atti alla prociura di Trento, è stata una valutazione completa, esauriente, esaustiva e convinta».

In questo quadro il procuratore Amato ha peraltro chiarito che il reato di associazione a delinquere finalizzata al terrorismo, «non mira a perseguire la generica manigestazione del pensiero, ma condotte che devono essere idonee e concretamente pericolose al fine della realizzazione di fatti di terrorisimo. E rispetto a queste dieci persone abbiamo ritenuto convintamente che vi fossereo questi presupposti».

Ma il procuratore Amato ha voluto ricordare anche «la legge è uguale per tutti e le esigenze di cautela valgono anche per i soggetti che possono essere chiamati a rispondere di fatti di questo tipo. Quando non ci sono i presupposti per ritenere la sussistenza del reato, la coscienza prima ancora che le norme, impone di assumere delle determinazioni conseguenti. Dunque non c'è stata alcuna dimenticanza».

La scarcerazione dei sette presunti terroristi è arrivata a pochi giorni dai terribili fatti di Parigi, ma sul punto Amato ha chiarito: «Il compito di un magistrato non è di adottare un provvedimento popolare o impopolare, ma di valutare con assoluta serenità. Certo l'emozione per fatti gravissimi come quelli di Parigi colpiscono tutti come uomini, ma nel lavoro è ingiusto e non rispettoso farsi guidare da queste».

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