Schützen-alpini polemiche senza fine

di Lorenzo Basso

«Come Schützen non parliamo di passato, come fanno certe associazioni che si fanno promotrici di manifestazioni che dividono e offendono la sensibilità altrui. Piuttosto intendiamo perseguire l'unità, difendendo tuttavia i valori dei nostri padri, reagendo alle falsificazioni e a chi vorrebbe annullarci». 

Non sembra placarsi la polemica tra le compagnie di schützen del Trentino e l'Ana provinciale per la candidatura della città di Trento ad accogliere il raduno nazionale degli alpini nel 2018. In occasione della commemorazione dei caduti austroungarici nella Grande guerra, il capitano della compagnia del Tesino Claudio Tessaro ha preso la parola, di fronte ad una quindicina di compagnia schierate in armi lungo via Belenzani, per rimarcare la contrarietà ad un'adunata delle penne nere fissata nell'anno in cui ricorre il centesimo anniversario dalla fine del primo conflitto mondiale. Dopo aver deposto una corona di fiori sulla lapide che, sulla facciata di Palazzo Thun, ricorda gli oltre mille caduti di Trento nelle fila dell'esercito imperiale asburgico, il graduato in costume storico tirolese ha infatti esortato i compagni con le penne di gallo forcello a reagire con forza a chi «intende negare la nostra esistenza e la nostra storia».

«Vogliamo precisare - ha poi detto Tessaro, prendendo la parola di fronte a molti curiosi - che non vi sono ragioni di inimicizie. Oggi ci troviamo in un momento storico drammatico, in cui tutti i cittadini d'Europa sono scossi per quanto accaduto a Parigi, e noi non vogliamo che risorgano conflitti vecchi o nuovi. Ciononostante, non possiamo non vedere come gran parte dei contrasti anche violenti in corso sono dettati dalla fine e dallo smembramento dell'Impero austriaco, a cui ha contribuito anche l'Italia tradendo la Triplice alleanza (in realtà l'accordo diplomatico era già stato disatteso dall'Austria-Ungheria con l'intervento bellico nei Balcani, ndr)». 

Una volta deposta la corona di fiori in memoria dei caduti, le compagnie presenti, ciascuna con gli stendardi listati a lutto per l'eccidio di Parigi, hanno marciato per le vie centrali della città, con i fucili (inoffensive armi storiche) in spalla e la banda ad aprire il corteo. Giunti al cimitero monumentale della città, è stata officiata una messa in ricordo dei caduti. «Questa eucarestia - ha però voluto precisare padre Armando Ferrai, cappellano del cimitero - è dedicata a tutti i caduti, non solo a quelli di una parte». Al temine della cerimonia religiosa, le compagnie presenti hanno deposto un altra corona di fiori presso il sacrario militare del cimitero cittadino.

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