I rappresentanti del Galilei raccontano la loro scuola «Qui da noi si valorizzano le eccellenze»

di Matteo Lunelli

Ottocento studenti, divisi in 38 classi e circa 180 maturandi: per rappresentarli, sono stati eletti una ragazza e tre ragazzi. Martina Franceschini (la più votata), Gabriele Slomp, Francesco Decarli e Stefano Dalfovo sono i nuovi rappresentanti del liceo scientifico Galileo Galilei. Quattro ragazzi pronti a mettersi in gioco per il bene della loro scuola. Come si conviene con la nuova generazione digitale, li abbiamo contattati tramite Facebook. «Certo, incontriamoci. Bella idea, così possiamo raccontarvi della scuola e di quello che abbiamo in mente di fare», ci hanno detto subito.

Approfittiamo di un'aula vuota e, appoggiati gli smartphone sul banco, iniziano a raccontarci. Per fare un gioco di parole, i quattro partono in quarta. «Come prima cosa dobbiamo ammettere che è stata un'elezione poco combattuta: eravamo candidati solo noi e quindi sapevamo che avremmo vinto ancora prima del voto. Questo ci dispiace molto ed è il secondo anno consecutivo che accade». «C'è poca voglia di metterci la faccia: in tanti aiutano nelle assemblee, ma quando è il momento di candidarsi si tirano indietro», dice Francesco. «Ignavia. È tutta una questione di ignavia», irrompe Martina, con una smorfia un po' delusa. «Di sicuro fare i rappresentanti è un impegno, bisogna dedicare tante ore e si rischia di rubare tempo allo studio e ai propri hobby, però è bello fare qualcosa per gli altri. E, a differenza delle persone che entrano in politica solo per i soldi, noi lo facciamo senza un guadagno di alcun tipo», prosegue Francesco , tra i cenni di approvazione degli altri tre.

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Non serve fare domande, i quattro vanno a ruota libera. Martina: «Abbiamo un sacco di idee che vogliamo portare avanti: prima di tutto i sondaggi per dare voce agli studenti». «Ci sono google e Facebook, ma anche alcuni siti molto comodi e immediati», aggiunge Gabriele. «Essere attivi a scuola è importante: noi ci mettiamo la faccia, ma le decisioni vanno prese collettivamente, tutti possono proporre e aiutare», ribadisce Stefano. Che poi prosegue, quando gli diciamo che notiamo, in realtà, una certa voglia di partecipazione dei giovani, dimostrata dalla nascita di Stazione Futuro, dai contatti con la Provincia per le valutazioni dei docenti e da tanti eventi organizzati: «esistono due macro gruppi: da una parte chi, con intraprendenza, si avvicina alla politica e alle scelte sociali. Dall'altra un gruppo, forse più ampio, di chi si disinteressa di queste tematiche. Stazione Futuro era un bel progetto, ma era piuttosto caratterizzato da alcuni ragazzi, che l'hanno ideato, voluto e fondato. Speravo si avvicinassero più persone, ma non è stato così».

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Capitolo idee e iniziative. Cosa farete? «La carne al fuoco è tantissima. Prima di tutto vorremmo proporre di dividere la settimana tecnica in due momenti, indicativamente uno a gennaio e uno ad aprile. Sarà un modo per organizzare corsi di recupero e di approfondimento, in accordo con i professori», ci spiegano Martina e Francesco . «Poi c'è il giornalino, "La Voce", che va ripensato anche perché la redazione cambierà», spiega Martina . «E le assemblee, che sono il nostro punto forte: ci sarà quella spettacolo e poi l'open air nel parco e nel giardino botanico», ci dice Gabriele . Francesco aggiunge: «La prima sarà il 18 novembre: la nostra proposta è di creare un Galilei Expo, dividendo la struttura in vari padiglioni, ognuno dei quali dedicato a un argomento specifico». E non finisce qui, vero Gabriele ? «Abbiamo le feste d'istituto, magari in collaborazione con altre scuole, come il GaliLeonardo con il Da Vinci. Poi c'è Meltinrock e abbiamo qualche idea per magliette («con il logo della scuola mi raccomando», interrompe Martina ) e annuario. E, infine, la gestione dei parcheggi durante i mercatini, che sono la nostra principale fonte di finanziamento». Quanto avete in cassa? «Ci sono 800 euro lasciati in eredità dai vecchi rappresentanti. Nei momenti di massima disponibilità ci sono 4 mila euro, ma li investiamo subito in varie attività».

Trilinguismo e Clil, cosa ne dite? I ragazzi si confrontano e poi rispondono: «La nostra opinione è personale, non è quella del Galilei: il trilinguismo, visto che siamo in Trentino, è utile ed è un'opportunità. Siamo d'accordo. Sul Clil, invece, crediamo sia meglio farlo in quarta, perché in quinta è un azzardo, tutti sono concentrati sulla maturità». Ora siate sinceri: cosa non funziona al Galilei? «Forse dovremmo sfruttare meglio e di più gli spazi che abbiamo a disposizione, soprattutto laboratori e parco botanico. La struttura è stupenda». E, invece, il punto forte? All'unisono: «Se hai un talento questa scuola ti valorizza: le eccellenze, da noi, emergono». «L'altro lato della medaglia è che, forse, non si aiuta chi per vari motivi rimane un po' indietro», puntualizza Gabriele. «D'altra parte il biennio lo chiamiamo «la cernita» e un motivo ci sarà», svela Martina. «Effettivamente il tasso di abbandono è alto: nella mia classe eravamo partiti in 23 e ora siamo 17, con una sola bocciatura», aggiunge Stefano.

Se questi ragazzi sono lo specchio del Galilei, effettivamente il liceo forma delle ottime persone. Idee, spirito positivo, intraprendenza non mancano: il lavoro da fare è tanto, ma con quattro rappresentanti così, yes you can, caro Galilei.

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