I coniugi uccisi a Catania, pesanti indizi contro il giovane ivoriano

Continuano a villa Solano, al civico 211 di via Palermo, a Palagonia, nel Catanese, le indagini della polizia dopo il duplice omicidio di Vincenzo Solano, 68 anni, e della moglie, la ignora spagnola Mercedes Ibanez, 70 anni, avvenuto lo scorso 30 agosto.
Gli investigatori della scientifica si sono concentrati su un paio di slip da uomo, insanguinati, trovati in un giardino, dietro alla villetta dei coniugi uccisi. Gli inquirenti non escludono che gli slip possano essere del cittadino ivoriano fermato dalla polizia, che li avrebbe tolti per evitare sospetti.
Dai controlli sui tabulati telefonici del cellulare di Mamadou Kamara risulterebbero almeno due chiamate in uscita. Ai poliziotti della Mobile e del commissariato di Caltagirone che lo hanno interrogato, l’extracomunitario non avrebbe fatto alcuna ammissione: «Il borsone l’ho trovato per strada, che male c’è?», ha detto agli investigatori. E dopo avere fornito questa sua spiegazione ha chiesto: «Perché mi state trattenendo, visto che ho chiarito tutto?».

«Tra l’altro sono uscito alle 6 - ha aggiunto - e sono rientrato adesso non avrei avuto il tempo di andare e tornare da Palagonia».
Al Cara di Mineo, dove l’ivoriano è ospite, la registrazione dell’uscita non esiste e il poliziotto di turno nega di averlo visto passare dall’ingresso principale. Potrebbe avere scavalcato la recinzione o utilizzato per uscire uno dei passaggì che vengono creati nella recinzione di metallo.

Nel borsone recuperato c’erano anche un paio di pantaloni neri macchiati di sangue e una cintura bianca, con una grossa fibbia.
Gli stessi che Mamadou Kamara indossava, puliti, in una foto scattata e trovata sul suo cellulare personale dalla polizia.
Quando è stato fermato e controllato, all’ingresso del Cara, invece, indossava una t-shirt grigia di un’impresa di Palagonia con la quale Vincenzo Solano collaborava, i pantaloni, di diverse misure più grandi e le pantofole della vittima, poi riconosciuti da una delle figlie.
Secondo la tesi dell’accusa, Mamadou Kamara, dopo il duplice omicidio avrebbe indossato altri vestiti, quelli della vittima, per non destare sospetti di ritorno al Cara.

«È anche colpa dello Stato se i miei genitori sono stati uccisi, perché permette a questi migranti di venire qui da noi e di fargli fare quello che vogliono, anche rapinare e uccidere».
Urla la sua rabbia davanti il luogo del delitto, dove hanno massacrato i suoi genitori, Rosita Solano. Scatenando la polemica politica: con Matteo Salvini e Giorgia Meloni che le danno «ragione», e il leader della Lega chiede anche la chiusura immediata del «fottuto centro di Mineo», mentre dalla maggioranza e dalla sinistra si accusa il centrodestra di «speculare sul dolore» per «una manciata di voti» e si ricorda che «la struttura l’ha aperta Maroni col governo Berlusconi».

Ma a Rosita Solano la polemica politica importa poco e chiede «con rabbia e dolore» anche «spiegazioni al premier Renzi».
Lo invita a incontrarla, anche nella sua casa di Milano, accanto all’Expo, dove abita. Ma «non per ricevere scuse», spiega, perché «ormai mio padre e mia madre sono morti», ma sul perché «un uomo e una donna possano morire per due telefonini».
«La morte dei miei genitori evidentemente non merita neppure un twitter da parte del premier Renzi e del ministro Alfano», dice Rosita, figlia dei due coniugi assassinati nella loro villa di Palagonia.
«Voglio giustizia - ribadisce - e non polemiche politiche: Renzi venga a parlami, a metterci la faccia, prima del funerale, non vogliano defilè in chiesa. Quando è stato nominato premier, ho pensato che l’Italia finalmente si sarebbe fatta valere anche in Europa, invece...».

Come è accaduto a suoi familiari: al padre Vincenzo e alla madre Mercedes. Una rabbia quella di Rosita, condivisa da tutta la famiglia Solano, anche dalla sorella Manuela. Assieme stanno valutando «se esistono i presupposti giuridici per denunciare lo Stato come responsabile».

A Rosita Solano manda «un abbraccio e una preghiera» il leader della Lega, Matteo Salvini, precisando però che, secondo lui, «la colpa non è ‘anchè dello Stato, ma soltanto dello Stato». E attacca: «Renzi, Alfano e Boldrini, siete pericolosi», chiedendo «quanto sangue ancora dovrà scorrere prima che quegli incompetenti di Renzi e Alfano intervengano? Il fottuto centro di Mineo - aggiunge - deve essere chiuso subito e sigillato».

Sulla stessa linea il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. che auspica «Renzi abbia la decenza di rispondere a Rosita Solano: raggiunga Palagonia e spieghi perchè il signor Vincenzo e la signora Mercedes sono stati selvaggiamente uccisi nella loro casa».

Per il responsabile sicurezza del Pd, Emanuele Fiano, «Salvini e Meloni battezzano il loro giorno dello sciacallo». «Strumentalizzare il dolore di chi ha perso i genitori - osserva - è il grado zero per chi fa politica e specula sulla pelle delle persone».
L’esponente del Pd ricorda «a Salvini e ai suoi emuli che l’emergenza immigrazione è stata resa ancora più grave proprio dalle leggi firmate da loro» a partire «dalla convezione di Dublino».
E chiosa: «Chi si vuole alleare con loro abbia ben chiaro con chi ha a che fare».

Anche Sel, con Arturo Scotto, attacca il leader della Lega: «Salvini per un pugno di voti non guarda in faccia a nessuno».

Per il vicecapogruppo dei Fi alla Camera, Maria Stella Gelmini, invece, «non comprendere le parole di Rosita Solano è un crimine grande come l’uccisione dei suoi genitori» perché «la sicurezza dei cittadini è una priorità» che «non può essere dimentica o nascosta dietro una malintesa idea di accoglienza». Quindi, osserva, «chi parla di speculazione è in malafede e non ha a cuore l’interesse del Paese».

Gianfranco Librandi di Scelta Civica invita «Salvini, se vuole delucidazioni sul Cara di Mineo e sulla sicurezza, a andare a suonare a casa di Maroni, che il centro ha voluto e inaugurato».

Il Paese «non ha bisogno di battute come quelle che fa il leader della Lega». Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, a margine della Festa dell’Unità a Bologna.
«Ho letto dichiarazioni di Salvini che sinceramente dimostrano, ancora una volta, il gioco che vuole alimentare - ha osservato - cioè quello della propaganda su un tema delicatissimo come questo. Credo che l’Italia abbia bisogno di risposte concrete, non delle battute di Salvini».

L’associazione funzionari della polizia di Stato sollecita tutti a «evitare strumentalizzazioni» perché «l’emergenza immigrazione richiede uno sforzo ed un impegno che il nostro Paese non è certamente in grado di compiere da solo».
«Su questo occorre lavorare con assoluta determinazione: l’adeguatezza del sistema di accoglienza - rileva Lorena La Spina responsabile dell’associazione - è, del resto, strettamente funzionale alle reali possibilità di integrazione».

Oggi la camera ardente nella sala Azzurra del Comune di Palagonia e domani pomeriggio dovrebbero esserci funerali nella chiesa Maria Ausiliatrice, secondo quanto riferisce Rosita Solano sulle esequie dei suoi genitori.

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