Insulta il piccolo allievo sul web, maestro di sci a processo

Se l’è presa con un bambino di dieci anni, chiamandolo «nano infame». L’ha fatto nel modo peggiore, pubblicando foto e commenti su un social network

di Marica Viganò

Se l’è presa con un bambino di dieci anni, chiamandolo «nano infame». L’ha fatto nel modo peggiore, pubblicando foto e commenti su un social network. Autore di questo pesante scherzo non è un altro ragazzino, magari un coetaneo, ma un giovane di 26 anni, che è stato suo maestro di sci. Diffamazione in concorso è il reato di cui deve rispondere l’insegnante, imputato nel procedimento assieme ad un collega, un 22enne piemontese, che aveva commentato il post.

A presentare denuncia è stata la madre del bambino, non appena si è accorta delle foto e delle frasi offensive diffuse su Facebook. Entrambi gli imputati non sono trentini. Il maestro 26enne aveva insegnato nella zona di San Martino di Castrozza nell’inverno 2013-2014 e si occupava dei corsi per bambini e ragazzi. Buon senso e deontologia professionale  vorrebbero che gli educatori di ogni livello - dalla didattica scolastica alla preparazione sportiva - evitino di esprimere e divulgare opinioni personali sui loro alunni, di formulare giudizi che vanno oltre la materia e lo stretto rapporto insegnante-allievo. Certo, un conto è l’optimum, un altro la realtà.

Il caso, che ieri mattina è finito sul tavolo del giudice Giovanni De Donato, sembra superare ogni pessimistica previsione del significato di «mala educazione». Il maestro di sci 26enne è infatti accusato di aver condiviso con l’amico attraverso Facebook foto e commenti poco opportuni riguardo ad uno degli alunni. La conversazione è avvenuta in un post pubblico e dunque era visibile a più persone. Prima sarebbero state pubblicate le foto del gruppo di giovanissimi sciatori. E già a questo punto un genitore potrebbe storcere il naso: è opportuno chiedere il permesso ad una adulto prima di rendere pubbliche le foto di minorenni; inoltre, per tutela del minore, viene sconsigliano di condividere immagini di bimbi sul web. «Nano infame»,«Sto ridendo... spero di non avere un figlio come lui» ha scritto il maestro di sci.

Le foto ed i commenti hanno ricevuto quasi 300 «mi piace». Madre e figlio si sono costituiti parte civile. Al maestro di sci ed all’amico viene chiesto un risarcimento di 10mila euro. Udienza rinviata a settembre.

comments powered by Disqus