Dopo lo sgombero il questore replica al sindaco e annuncia: ci costituiremo parte civile

D'Ambrosio: «Si rifletta sulla libertà d'azione lasciata a queste persone». Sequestrate mazze, bastoni, scudi, caschi, tubi metallici, un rotolo di cavi d’acciaio, un estintore e uno spray al peperoncino

di Leonardo Pontalti

«Decidiamo noi tempi e modi degli interventi per ripristinare la legalità: l’operazione di sgombero è nata indipendentemente da pressioni esterne. Questo genere di decisione tecnicamente la prendiamo noi, e vorrei che nei nostri confronti ci fosse fiducia, perché comprendiamo le esigenze di tutti, ma noi dobbiamo lavorare sapendo scegliere il momento più opportuno per agire garantendo l’incolumità di tutti».

Il questore Massimo D'Ambrosio ha voluto replicare così al sindaco Andreatta, che lo scorso 3 luglio con una lettera inviata anche ai giornali aveva invitato proprio la questura a «ripristinare quanto prima la legalità in via Mattioli». D’Ambrosio, elegantemente, non ha mai citato il primo cittadino, ma il riferimento era preciso. Così come lo è stato anche nei confronti di manifestazioni, come quelle della Lega Nord che nelle scorse settimane avevano coinvolto anche un’incolpevole passante: «Iniziative di protesta non fanno che aggiungere problemi ai problemi e ci complicano il lavoro. Vorrei che tutti avessero fiducia in noi e nel nostro modi di lavorare».

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Il questore ha poi invitato tutti ad una riflessione: «Noi interverremo sempre quando ci sarà da risolvere un problema di convivenza civile e di rispetto dell’ordine pubblico ma vorrei che tutti ci interrogassimo sullo spazio che in questi anni è stato dato a realtà come quelle degli anarchici, che hanno beneficiato di ampi spazi di tolleranza, fino ad acquisire loro stessi la sensazione di poter agire impunemente e poter arrivare a considerare facoltà univesitarie come cose loro. Noi siamo forze dell’ordine e non affrontiamo scelte politiche, ci limiteremo sempre ad intervenire quando ve n’è la necessità, ma ritengo che questa riflessione vada fatta da chi di dovere».

Nel corso dello sgombero, le forze dell’ordine hanno sequestrato agli anarchici anche parecchio materiale, in gran parte nascosto nella sede di via della Cervara, oltre che nella villa. Si tratta di mazze, bastoni, scudi, caschi, tubi metallici, un rotolo di cavi d’acciaio, un estintore e uno spray al peperoncino.

«Abbiamo scelto il momento migliore per questa operazione, che ha visto l’impiego di 120 uomini, per tutelare l’incolumità e la sicurezza di tutti, degli operanti e degli occupanti», ha aggiunto D’Ambrosio, che ha spiegato come la questura si costituirà parte civile per le spese sostenute a seguito dell’operazione di oggi e di quella di sgombero dell’asilo «che ci è costata 35.000 euro».

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