I giovani medici vanno in corsia. Adesso anche come volontari

di Patrizia Todesco

Come far entrare i neolaureati, soprattutto i laureati in medicina, nei reparti degli ospedali come volontari affinché possano imparare sul campo senza però correre il rischio che questa «frequenza» possa portare a qualche causa di lavoro? Per uscire dall'«impasse» che durava da mesi, durante i quali l'Azienda aveva bloccato gli ingressi dei volontari, nelle scorse settimane è stato approvato un testo di convenzione con l'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri per lo svolgimento delle frequenze formative. E le prime domande da parte dei giovani medici interessati a frequentare, senza ricevere dal punto di vista economico nulla in cambio, sono già arrivate. 

Con una deliberazione del dicembre 2014 l'Azienda sanitaria trentina aveva regolato la materia dei tirocini e delle frequenze presso le strutture dell'Azienda sulla base della disciplina nazionale e provinciale. «Chiunque entra in una struttura o viene per imparare e fa quindi un tirocinio previsto da un piano di studio (e questi sono 800 all'anno) oppure, se viene post laurea, deve in qualche modo essere retribuito. Considerato che prevedere un compenso economico attualmente era un problema abbiamo creato un'alleanza con i soggetti che hanno a cuore la formazione dei loro iscritti, ossia gli Ordini professionali. Questo primo accordo è stato stipulato con l'Ordine dei medici, ma ne saranno sottoscritti altri», spiega Giovanni Guarrera, dirigente dell'Azienda sanitaria.

Con questo nuovo strumento, da una parte l'Azienda offre la struttura e i tutor, mentre l'Ordine garantisce che la presenza dei professionisti rientri in un percorso formativo. La durata massima del percorso sarà di sei mesi, con una parte teorica e una pratica che prevede un periodo di frequenza di non più di quattro mesi in corsia. Per quanto riguarda il numero di percorsi formativi che saranno attivati, questo viene definito periodicamente dall'Azienda sanitaria attraverso un tavolo della Programmazione dell'offerta formativa e comunicato all'Ordine che a sua volta informerà gli iscritti di questa possibilità. Per quanto riguarda i tutor, questi non saranno retribuiti ma avranno un riconoscimento in termini di crediti formativi ecm commisurati all'impegno.

Ovviamente questa possibilità interessa soprattutto ai neolaureati in attesa di occupazione o di entrare in una scuola di specializzazione. Utilizzare questi periodi «morti», a volte lunghi, per fare esperienza sul campo è in molti casi utilissimo per questi futuri professionisti della salute che in questo modo creano anche legami con il territorio trentino che non avendo un'Università a Trento deve comunque gettare le basi per un ritorno dei «suoi» studenti.
Quest'anno saranno poco meno di un centinaio gli studenti trentini che si laureeranno in medicina nei vari atenei italiani e anche all'estero. Probabilmente questa opportunità interesserà solamente a una fetta di loro, ma è evidente che riaprire questa strada era importante, soprattutto per la categoria dei medici.

Ora Azienda e Provincia stanno anche studiando la possibilità di tirocini extracurricolari retribuiti come già previsto per i ragazzi delle scuole superiori.

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