Immissione pericolosa, lo specchio non basta per uscire di casa serve un assistente

Un maggiordomo con doti da vigile urbano, un assistente alla viabilità, un vigilantes del traffico, un familiare sempre disponibile ad aiutarvi nell’immissione sulla strada comunale. Chiamatelo come volete: è la figura che un’automobilista residente in città rischia di dover ingaggiare per poter uscire da casa in auto in tutta sicurezza. L’immissione della strada privata su quella comunale è infatti cieca e dunque pericolosa. Neppure lo specchio parabolico è sufficiente per valutare le auto in transito se queste corrono troppo. E dunque l’automobilista ha l’obbligo - si legge in un sentenza del giudice Antonio Paolo Arman - di farsi assistere da altra persona.


L’automobilista aveva fatto ricorso chiedendo l’annullamento della multa inflitta dalla polizia municipale in seguito ad un incidente stradale avvenuto l’8 marzo del 2014. La dinamica del sinistro è pacifica. La donna, alla guida di una Touran, dopo aver atteso il transito di alcuni veicoli, quando lo specchio parabolico segnalava carreggiata libera si immetteva da strada privata sulla pubblica via. In quel momento, però, sopraggiungeva una Fiat Punto a forte velocità. L’impatto era inevitabile. Venivano multati entrambi i conducenti: l’uno per aver tenuto una velocità eccessiva, l’altro per non aver dato la precedenza.

Quest’ultima sanzione veniva contestata dai legali della donna che depositavano anche una perizia tecnica. Perizia che confermava la velocità eccessiva della Punto stimata addirittura in 99 chilometri orari invece di 50. In quelle condizioni la ricorrente, guardando lo specchio parabolico, non poteva avere la percezione dell’auto in arrivo. Ma secondo il giudice la donna ha tenuto comunque una condotta imprudente: «La giurisprudenza - si legge in sentenza - ricorda infatti che l’obbligo di prudenza è soddisfatto solo da quei conducenti che, in zona di crocevia, fanno uso di un altissimo grado di attenzione e cautela, rapportato alla particolarissima pericolosità della situazione topografica, tanto che l’affidamento all’ausilio degli specchi non scrimina l’obbligato dalla violazione dell’art. 145 CdS in caso di sinistro. Ne consegue che il conducente che compia manovra di immissione nel flusso di circolazione in condizione di scarsa visibilità del tratto della sede stradale e dei veicoli sulla stessa sopraggiungenti ha l’obbligo di farsi assistere da altra persona che coadiuvi in tale manovra pericolosa».
Dunque ricorso respinto e sanzione contenuta nel minimo: 162 euro.

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