Scontro con l'auto blu l'autista ha patteggiato

Si è chiuso con un patteggiamento a un anno e otto mesi (pena sospesa) il procedimento penale a carico di Renato Dall'Alda, l'autista della Provincia (ora in pensione) che il 13 agosto scorso a Castelnuovo travolse uno scooter, uccidendo il conducente. Il patteggiamento è stato definito ieri mattina davanti al giudice Francesco Forlena, anche alla luce dell'avvenuto risarcimento ai familiari della vittima: l'assicurazione ha liquidato circa 800 mila euro. Una somma, inutile sottolinearlo, che non potrà comunque sanare il dolore per la perdita del proprio caro. A Dall'Alda, assistito dagli avvocati Marisa Perenzoni e Luigi Campone, è stata inoltre sospesa la patente per un anno e sei mesi.

Il drammatico incidente era successo l'estate scorsa a Castelnuovo, poco prima del bivio per il Tesino. In quel momento sulla Valsugana si era abbattutto un vero e proprio diluvio. Sull'auto blu viaggiavano il presidente della Provincia Ugo Rossi, il suo vice Alessandro Olivi e il dirigente Enrico Menapace: erano tutti diretti ad un incontro sul progetto di funicolare San Martino-Passo Rolle. Alla guida dell'Audi c'era il 64enne di Mori, descritto come un autista molto attento e che mai in passato aveva avuto incidenti in servizio.

Quel giorno, invece, aveva perso il controllo dell'Audi A6 proprio mentre stava superando un Piaggio Beverly 500, condotto da Federico Contro, 56enne di Valdagno, e su cui viaggiava anche la moglie Lorella Battiston. L'auto blu della Provincia era sbandata verso sinistra, finendo contro lo spartitraffico centrale della superstrada della Valsugana. Da qui l'Audi era poi «rimbalzata» verso destra, effettuando una rotazione che l'aveva portata in posizione perpendicolare rispetto alla carreggiata di marcia. Così si era scontrata contro lo scooter. I due passeggeri erano stati sbalzati sulla carreggiata. Contro morì sul colpo, mentre la moglie, Lorella Battistin, 50 anni con la quale l'uomo si era recato in Trentino per una gita, aveva riportato fratture a gambe e torace ed era stata trasferita in elicottero all'ospedale di Trento (da qui anche l'accusa di lesioni, oltre a quella di omicidio colposo).

Tutti gli altri se l'erano cavata con lievi contusioni. Il pm Carmine Russo, titolare dell'indagine, alla luce degli accertamenti condotti dai carabinieri, aveva chiesto il rinvio a giudizio dell'autista per omicidio colposo, ravvisando una colpa specifica perché «per negligenza, imprudenza e imperizia» avrebbe guidato sotto una pioggia intensa ad una velocità eccessiva. A dimostrarlo ci sarebbero i dati del computer di bordo dell'Audi, una sorta di «scatola nera» da cui gli inquirenti avevano ricavato la velocità al momento dell'impatto: 133 chilometri orari. Una velocità ritenuta eccessiva, non solo perché il limite era molto inferiore (ovvero di 90 chilometri orari), ma anche perché le condizioni meteo, con la carreggiata invasa dall'acqua piovana, avrebbero dovuto consigliare una guida più prudente. Ma proprio rispetto al dato della velocità, la difesa dell'autista aveva sottolineato che non era certo fosse riferita al momento dell'incidente, ma che si trattava di un valore medio. In ogni caso alla fine l'imputato ha preferito chiudere questa dolorosa vicenda scegliendo un rito alternativo: ieri ha così patteggiato un anno e 8 mesi (pena sospesa).

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