Sanità: ultimatum del Pd a Rossi, il partito è con Donata Borgonovo Re

Sanità, ultimatum del Partito democratico al governatore Ugo Rossi. Non piace lo «stop» annunciato dal presidente della Provincia al piano di tagli agli ospedali portato avanti dall'assessore Donata Borgonovo Re. La segretaria Giulia Robol spiega: «Stiamo parlando di un grande problema interno alla giunta, che non si risolverà con l'ennesimo rinvio». Il vicepresidente Alessandro Olivi vede invece un clima favorevole «a chi è nemico del cambiamento». Insomma, tutte le riforme sono a rischio e la crisi di giunta dietro l'angolo

di Daniele Battistel

rossi borgonovoUno si dice «stufo di un clima logorante». L'altra confessa che «visto che questa situazione l'ho vissuta già troppe volte, non riesco nemmeno più a preoccuparmi». Alessandro Olivi e Giulia Robol esprimono le due facce del Pd di fronte all'ennesimo scontro di giunta tra il «loro» assessore Donata Borgonovo Re (leggi la sua intervista all'Adige) e il presidente Ugo Rossi. Espressioni e stati d'animo diversi che però hanno una volontà comune: chiudere al più presto la partita della «rete ospedaliera». Anzi, al governatore lo dicono entrambi piuttosto apertamente: basta rinvii. «A questo punto - premette la segretaria provinciale Giulia Robol - è chiaro che la rete ospedaliera è un grande problema interno alla giunta». Come venirne a capo? «È sbagliato l'atteggiamento del presidente Rossi che punta a posticipare la discussione. Anzi, l'unico modo di risolvere il problema è parlarne. Solo se lo si affronta, anche animatamente, all'interno della giunta pur partendo da posizioni diverse si può trovare una mediazione. Altrimenti, i continui rinvii non portano a nulla, se non ad alzare ancora di più i toni dello scontro». 
 
PARLA GIULIA ROBOL 
 
Per Robol, insomma, il problema non è politico, bensì istituzionale e va risolto in giunta. «Finché non si chiudono dentro una stanza e non affrontano la questione, anche urlando, si continuerà così» sintetizza la segretaria democratica. La quale si dice disponibile anche ad un confronto di maggioranza «se può servire a risolvere la questione». Sottinteso: non serve «perché tutti sappiamo qual è la posizione del Pd, a sostegno della sua assessora». Dunque non v'è altra soluzione che quella alla «democristiana»: chiudersi in sala giunta, sputarsi addosso veleni ed accuse e poi uscirne con il sorriso in volto e una posizione unitaria. Un compromesso, insomma.  E se Rossi puntasse allo strappo per avere la scusa di sfiduciare l'assessore? «Dubito che voglia arrivare a quello. Chiaro che se lo fa sentirà tutta la contrarietà del partito. Borgonovo Re (guarda la videointervista all'Adige) ha avuto un alto consenso e il presidente non deve dimenticarsene».
 
IL PENSIERO DI ALESSANDRO OLIVI 
 
Intanto, sull'ennesima frizione sul piano ospedali (guarda come sarà) tra l'assessora alla sanità e il governatore interviene anche il vicepresidente della giunta Alessandro Olivi, con una nota ufficiale in cui cita anche Giuseppe Tomasi di Lampedusa («Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente») per ribadire che «andando avanti così nulla cambierà». La prima critica è per Rossi e per l'Upt, accusati di «spostare il confronto dal merito delle questioni al mero calcolo politico» (leggi voti nelle valli). Per Olivi il progetto della nuova rete ospedaliera è un tema importante «ma non è certo la priorità del governo di questa Provincia. Altre sono le preoccupazioni più forti, oggi, a partire dalla mancanza di lavoro». Eppure constata che «ci si sta attorcigliando in una sterile contrapposizione tra innovatori e conservatori con sullo sfondo le elezioni amministrative». Chi vincerà? Per il vicepresidente chi vuole che nulla cambi. «Perché è nemico del cambiamento sia chi vi si oppone per principio ma anche chi, pur invocandolo, non crea le condizioni perché si realizzi. Sono stufo di questo clima logorante fatto di scorribande, accelerazioni e frenate, annunci, spot. Non si fanno riforme in questo clima. Il riformismo richiede radicalità nei principi e gradualità nei processi».
In conclusione una punzecchiatura a Borgonovo Re: «Confronto, lealtà e volontà di decidere costituiscono gli elementi di una grammatica politica che si è persa e dovrà essere al più presto ricomposta». Della serie: più cautela nelle dichiarazioni.   

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