«Spesso sono i maggiorenni a ordinare e offrire ai minori»

Ad intervenire dopo la denuncia dalla signora Rosanna Tamanini è Massimo Peterlana, rappresentante della Fiepet Confesercenti. «Dirò una cosa che magari potrà creare polemiche, ma prima di tutto - spiega - credo che il problema in questo caso sia della figlia con l'alcol. Questo deve essere gestito e risolto dagli interessati all'interno del rapporto famigliare». Peterlana, però, sottolinea anche come non bisogna comunque ignorare il problema «Basta alcol ai minorenni»I vostri commenti

alcolAd intervenire dopo la denuncia dalla signora Rosanna Tamanini è Massimo Peterlana, rappresentante della Fiepet Confesercenti.
«Dirò una cosa che magari potrà creare polemiche, ma prima di tutto - spiega - credo che il problema in questo caso sia della figlia con l'alcol. Questo deve essere gestito e risolto dagli interessati all'interno del rapporto famigliare».
Peterlana, però, sottolinea anche come non bisogna comunque ignorare il problema. «Il primo punto che vorrei precisare - spiega il rappresentante di Fiepet Confcommercio - sta ne fatto che c'è un problema sociale, quello dei giovani che bevono, che va però gestito fuori dai bar. Se fossi la mamma mi preoccuperei per mia figlia. Ai nostri tempi quando c'erano problemi d'amore andavamo a farci una camminata nei boschi e non a bere alcol».
Di certo, l'attenzione dei bar deve sempre essere alta. «Pur essendo un addetto ai lavori - afferma Peterlana - non giustifico i colleghi che non rispettano le regole: non possiamo ammettere che sia servito alcol a dei minorenni. Credo, però, che chi si comporta in questo modo sia davvero una piccolissima minoranza di locali a Trento. La legge parla chiaro e ci sarebbero anche delle ripercussioni sul piano penale».
Il problema degli alcolici serviti nei bar è comunque abbastanza complicato. Spesso chi ordina da bere è una persona maggiorenne. «Soprattutto chi è vicino alla maggiore età - spiega Peterlana - gira nei bar con amici già maggiorenni. Quest'ultimi ordinano da bere e poi li passano agli amici minorenni. Ancora più difficile è la gestione degli happy hours».
Quello che serve, spiega Massimo Peterlana, è l'educazione. «A scuola e nelle famiglie - afferma - ci deve essere una maggiore sensibilizzazione sul problema dell'abuso di alcol tra le fasce giovanili della popolazione. Solo in questo modo, attraverso una maggiore consapevolezza dei rischi da parte dei genitori e dei figli, si può risolvere qualcosa».  G.Fin

 

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