Salvare i punti nascita, raccolte già 2.000 firme

I promotori della petizione non sanno fornire un numero preciso di quante siano le firme, già raccolte, per salvare il punto nascite di Tione. Importanti indicazioni in tal senso, però, arrivano dai dati parziali. Domenica, a Pinzolo, in appena 7 ore sono arrivate 800 adesioni; al presidio davanti all'ospedale, in quattro ore di lavoro ne sono state raccolte 300; il sindaco di Bolbeno Diego Chiodega afferma con orgoglio: «Già 150 firme nel nostro comune, che conta solo 350 abitanti»

di Luca Nave

neonati ospedale cavaleseI promotori della petizione non sanno fornire un numero preciso di quante siano le firme, già raccolte, per salvare il punto nascite di Tione. Importanti indicazioni in tal senso, però, arrivano dai dati parziali. Domenica, a Pinzolo, in appena 7 ore sono arrivate 800 adesioni; al presidio davanti all'ospedale, in quattro ore di lavoro ne sono state raccolte 300; il sindaco di Bolbeno Diego Chiodega afferma con orgoglio: «Già 150 firme nel nostro comune, che conta solo 350 abitanti». Già da questi dati, pur non sistematici, si intuisce il volume dell'interesse popolare per scongiurare il rischio di chiusura. È da contare che si raccolgono firme anche presso le farmacie di tutte le Giudicarie, in alcuni esercizi commerciali che hanno dato disponiblità, presso banchetti allestiti dai volontari e pure davanti a qualche parrocchia. In tal senso, domenica anche il parroco Don Mario Bravin, dall'altare della chiesa di Campiglio, ha sollecitato i fedeli ad aderire.
Oltre alla lista di firme dei residenti, ce n'è una seconda, quella dei turisti molti dei quali - sostengono i presidenti delle comunità di valle - scelgono il nostro territorio anche per la presenza di presidi sanitari nelle valli. Da annotare, infine, che molte firme arrivano anche alla versione on-line del documento.
Questi dati sono emersi ieri mattina, durante la conferenza stampa di presentazione della lettera voluta dai presidenti di sei comunità di valle: Giudicarie, Val di Non, Fiemme, Fassa, Valsugana e Tesino, Valle di Sole. I temi della lettera sono stati anticipati nei giorni scorsi: si contesta il metodo seguito dall'assessore provinciale Borgonovo Re, ma anche il merito delle sue mosse, con l'annuncio - non condiviso - della chiusura del punto nascite di Tione.
Alla conferenza, oltre ai presidenti, anche tanti sindaci. A condurre l'incontro, la persona che ne è stata la principale promotrice: Patrizia Ballardini, presidente della Comunità delle Giudicarie. «Siamo rimasti colpiti dal metodo applicato dall'assessore, che dopo la promessa di coinvolgimento è arrivata a Tione con una decisione data per già presa. Chiediamo che i servizi siano vicini ai cittadini e che se si parla di rete dei presidi ospedalieri questa sia realmente tale».
Sergio Menapace (Val di Non): «L'indicazione statale è quella di centralizzare tutto, qui non si deve applicare una tale tendenza».
Sandro Dandrea (Valsugana e Tesino): «A Borgo assistiamo, dal 2006, a uno stillicidio di promesse non mantenute. Chiediamo con forza che durante i prossimi incontri si faccia chiarezza su quella che è la vera strategia per la creazione della rete di servizi di cui parla la Provincia».
Raffaele Zancanella (Val di Fiemme): «L'ospedale di Cavalese ha 18 mila accessi al pronto soccorso, di cui molti concentrati nella stagione sciistica: è dunque in forte sofferenza. Ha un ottimo reparto di traumatologia, che per operare al meglio necessita di un altro medico, promesso da tempo. Sono argomenti che ho ripetuto molte volte, troppe. Evidentemente dall'altra parte non c'è la volontà di ascoltare. Allora chiedo alla Provincia: si faccia il piano sanitario e si tolgano i dubbi ai territori. La salute non è un modello matematico che si può basare solo sui numeri».
Cristina Donei (Comun general de Fascia): «Fassa gravita su Cavalese ed è il territorio più giovane del Trentino. Per restare così servono servizi. Se dovessimo rinunciare all'ospedale di Cavalese, avremmo 2 ore di auto per raggiungere Trento. Molti finirebbero per rivolgersi a Bolzano, con i relativi costi a carico della Provincia».
Alessio Migazzi (Val di Sole): «La problematica principale sta nell'approccio dell'assessore Borgonovo Re. Prima si parla di condivisione e poi arriva l'annuncio di una soluzione preconfezionata. Su queste tematiche serve usare attenzione doppia. È facile erogare servizi "A pè plan": in pianura, dove arriva il treno e dove c'è un autobus ogni 2 minuti. Le decisioni che prendiamo oggi si rifletteranno sul futuro dei nostri figli per molti anni».
Il sindaco di Ospedaletto, Ruggero Felicetti, chiede: «Con la chiusura dei punti di riferimento sul territorio trentino, diversi possono scegliere di rivolgersi a Feltre. Quanto denaro provinciale viene girato a quella struttura?».

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