Assegno unico,domande a marzo 2021 Periodo di riferimento sarà l'anno scolastico Da domani via alle richieste di adeguamento

di Leonardo Pontalti

Assegno unico, si cambia: la giunta provinciale, con una delibera approvata venerdì scorso, ha deciso di legare il periodo di riferimento non più all'anno solare ma a quello scolastico. Varrà dal primo luglio al 30 giugno dell'anno successivo.
Con effetti da subito: le domande non dovranno più essere presentate in ottobre ma dal 15 marzo al 30 giugno 2021. Per consentire l'adeguamento del periodo di riferimento sarà prorogato fino al 30 giugno dell'anno prossimo l'assegno attualmente in erogazione, senza dover ricorrere alla presentazione di una nuova domanda.

«Su una platea di 38mila famiglie beneficiarie - spiega Gianfranco Zoppi direttore dell'Apapi (Agenzia provinciale per l'assistenza e la previdenza integrativa) - più di 30mila hanno figli in età scolare ed abbiamo ritenuto dunque opportuno legare il periodo di validità dell'assegno all'anno scolastico, anche perché alcuni dei parametri legati all'assegno sono legati proprio all'utilizzo di beni e servizi per i figli minori».

Si tratta, in particolare, della cosiddetta quota condizionata della quota B1 dell'assegno. È quella riferita a mantenimento, cura, educazione e istruzione dei figli minori e dei soggetti minori equiparati ai figli minori.
Una variabile sulla quale, sempre nella delibera di venerdì scorso, si è deciso di intervenire per preservare la portata dell'assegno.

Questa quota sarebbe, infatti, commisurata - fino ad un massimo del 30% dell'intera quota B1 - all'utilizzo della mensa scolastica o all'acquisto degli abbonamenti per il trasporto pubblico degli alunni. Data l'emergenza Covid-19, con la frequenza delle mense scolastiche e del servizio di trasporto che si sono notevolmente ridotta a causa della chiusura delle scuole, spiega la Provincia, «l'importo dell'assegno verrebbe abbattuto in misura maggiore rispetto all'abbattimento che si registra negli anni di normale frequenza scolastica. Questo taglio sull'assegno unico farebbe venir meno delle risorse economiche alle famiglie con figli minori che sono fra quelle che a causa del reddito non elevato stanno maggiormente sopportando il peso economico dell'epidemia». È stato così sospeso il meccanismo per il calcolo della quota B1 condizionata, «riconoscendo quindi l'importo per intero la quota finalizzata al mantenimento, cura, educazione e istruzione dei figli minori e dei soggetti minori equiparati ai figli minori».

Sempre per quel che riguarda i parametri di calcolo dell'assegno, è stata prevista l'attualizzazione del patrimonio «sia per ridurre l'impatto dei beni immobili diversi dall'abitazione di residenza, sia per tener conto della consistenza attuale dei risparmi che potrebbero essersi assottigliati per far fronte alle necessità sorte di questi mesi».
Per evitare sovrapposizioni con altri benefici, è stata poi introdotta l'incompatibilità fra l'assegno unico e altri interventi di sostegno al reddito previsti dalla Provincia, in particolare per i lavoratori dipendenti e autonomi e la non cumulabilità con gli altri sussidi statali per l'emergenza Covid.
«Anche se i parametri attuali - e dunque l'importo dell'assegno - resteranno in vigore fino al giugno prossimo», ha precisato Zoppi, «dal primo ottobre ci si potrà rivolgere ai patronati per l'attualizzazione. Non solo. Se da qui al marzo prossimo dovessero mutare le condizioni che definiscono l'assegno - pensiamo alla nascita di un figlio, ad esempio - sarà possibile rivolgersi subito a patronati o uffici della Provincia per l'adeguamento dell'assegno. Altrimenti non si dovrà fare nulla: si riceverà l'assegno unico, in base ai parametri presentati a fine 2019, fino al momento di presentare la nuova domanda. Le date sono state già fissate, a partire dal 15 marzo 2021».

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