Intelligenza artificiale, FBK beffata da Torino: non sarà l'hub nazionale di riferimento

Torino batte Trento (e non solo Trento) nell’intelligenza artificiale. E a Fbk, erede dell’Irst e centro di eccellenza a livello europeo nel settore, masticano amaro. L’unica speranza, ora, è di essere in qualche modo coinvolti, ripescati in futuro. Il Consiglio dei ministri, nei giorni scorsi, ha deciso che Torino sarà la sede dell’I3A, istituto per l’intelligenza artificiale. Nella stessa seduta, il governo ha stabilito che il tribunale unificato dei brevetti avrà sede a Milano. Obiettivo dichiarato: «Creare una sinergia tra le due città e il governo e, allo stesso tempo, consolidare l’asse nord-ovest del Paese: una strategia che renderebbe ancor più forti Milano e Torino e, con esse l’Italia». Per il governo, il centro I3A «sarà una struttura di ricerca e trasferimento tecnologico capace di attrarre talenti dal mercato internazionale e, contemporaneamente, diventare un punto di riferimento per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale in Italia, in connessione con i principali trend tecnologici (tra cui 5G, Industraia 4.0, Cybersecurity». Che, poi, sono i temi-frontiera su cui Fbk lavora da anni.

L’altroieri, nel dibattito di Gardolo tra i candidati sindaco di Trento e Rovereto, Lorenzo Dellai, che da presidente della Provincia sostenne con convinzione gli investimenti nella ricerca, sulla scia di Bruno Kessler, ha visto nella scelta del governo la conferma di «una strategia centralizzatrice». Dietro la scelta di Torino, c’è - per ora sulla carta - la sostanza, perché I3A potrà contare, a regime, su un organico di un migliaio di persone e un budget di 80 milioni di euro l’anno. Di fatto, Torino diverrà l’hub di riferimento nazionale nell’intelligenza artificiale, con 600 addetti, in collaborazione con altri centri di ricerca e università.

Sulle ragioni della scelta politica, poco è dato sapere. Se non che un ruolo, nella decisione del consiglio dei ministri, dove ministra all’innovazione è Paola Pisano, ex assessore comunale all’innovazione a Torino e ricercatrice presso l’università della stessa città, lo avrebbe giocato pure l’Arcidiocesi torinese, con Luca Peyron, consulente in proprietà industriale prima di diventare parroco, esperto di “spiritualità” delle tecnologie.

Un altro “torinese” di adozione, in questa partita, esce spiazzato: Francesco Profumo, l’ex ministro della pubblica istruzione e ricerca, presidente di Fbk (dal 2014) e della Fondazione Compagnia di San Paolo (dal 2016), che ha sede a Torino. Profumo, ieri, ha fatto sapere di avere avuto notizia della scelta a decisione presa. Non è la prima volta che il governo si dimentica di Fbk, che ha 350 ricercatori nel settore Ict che hanno, quasi tutti, a che fare con l’intelligenza artificiale.

A fine 2018, il governo “Conte 1”, con ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio, selezionò gli esperti chiamati ad elaborare la strategia nazionale sull’intelligenza artificiale. Fbk partecipò alla call del ministero. Ma fu semplicemente snobbata. La storia si è ripetuta.

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