Casse rurali scese da 41 a 14 in 5 anni Fusioni: bancari -12%, 340 prepensionamenti Partito l'esame Bce al gruppo Cassa Centrale

di Francesco Terreri

Il 1° ottobre nasce la Cassa Rurale Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella e le banche coop trentine scendono da 16 a 15. La nuova, per certi aspetti clamorosa, fusione tra le Rurali Alto Garda e Rovereto (vedi pagina 25) partirà invece il 1° luglio 2021. Ci vuole tempo, infatti, anche perché l'autorizzazione oggi arriva direttamente da Francoforte, dalla Banca Centrale Europea. Con queste operazioni, le Rurali trentine diventeranno 14. Cinque anni fa, nel 2015, erano 41.

Gli sportelli, nello stesso periodo, sono scesi da 365 a 304, il 17% in meno. I dipendenti sono 1.990, con un calo del 12% rispetto ai 2.275 di cinque anni fa. Gran parte della diminuzione dei bancari è stata favorita dai 340 prepensionamenti sostenuti dal Fondo bilaterale trentino. Ma ora Rurali e Bcc del gruppo Cassa Centrale, scese a loro volta a quota 77, sono sotto esame proprio della Bce. E devono fare fronte alle nuove richieste dell'Unione Europea sulla copertura dei crediti deteriorati, che potrebbero scattare dal prossimo anno anche per loro e che potrebbero richiedere nuovi rafforzamenti patrimoniali.

L'ultimo accordo con i sindacati sulla riduzione del personale delle Casse rurali è dell'altro giorno. Nella fusione Adamello-Giudicarie si è raggiunta l'intesa su 12 esuberi, tutti prepensionamenti finanziati da Fondo di solidarietà nazionale e Focc, Fondo occupazione dell'Ente bilaterale trentino Ebicre, e 7 nuove assunzioni di giovani. Da quando esiste il Focc, cioè dal 2017, sono stati deliberati 15 milioni 576mila euro di contributi a supporto di ben 51 accordi aziendali di riorganizzazione, tra cui spiccano le fusioni.

Nel complesso sono stati concordati 340 prepensionamenti scaglionati e, d'altra parte, 105 assunzioni a tempo indeterminato di giovani, nonché 300 promozioni favorite dalle opportunità di carriera scaturite dall'uscita del personale più vicino alla pensione. La riduzione del costo del personale delle Rurali nel triennio è stata dell'8,8% e ha contribuito al recupero di efficienza e di equilibrio economico delle Casse. Ebicre, dal canto suo, ha investito più di 3 milioni in corsi di formazione a 1.289 bancari coop.

L'annuncio della fusione tra le Rurali di Rovereto e dell'Alto Garda, che darà vita alla seconda Cassa trentina per dimensioni, la terza del gruppo Ccb, è arrivato a sorpresa anche per il sindacato. «A luglio avevamo mandato una lettera alla Rurale e a Cassa Centrale per sollecitare una prospettiva per la Cassa roveretana, giunta ormai al sesto bilancio in perdita - afferma il segretario della Fabi Domenico Mazzucchi - Non c'erano avvisaglie di questa fusione, ma finalmente si è trovata la soluzione ad una situazione che poteva diventare critica. La Cassa Rurale Alto Garda è più forte dal punto di vista patrimoniale e organizzativo e ha fatto le precedenti fusioni, da Mori-Brentonico a Valle dei Laghi, in una prospettiva di territorio. Abbiamo chiesto un incontro a entrambe le Casse per capire cosa succede ora. Prendiamo atto che la capogruppo Cassa Centrale non ha battuto colpo, ma soluzioni positive, come si vede, possono nascere anche dal territorio».

Fuori dal percorso aggregazioni restano ormai poche Casse rurali. Alta Vallagarina e Lizzana è stata spiazzata dall'annuncio Rovereto-Alto Garda. Il presidente Adriano Orsi , fresco vice della Federazione della Cooperazione, gli amministratori e i soci dovranno valutare se partecipare anch'essi a questo processo. Rotaliana e Giovo è rimasta fuori dall'aggregazione Trento-Lavis e, con i ricorsi e le polemiche in atto, si tiene a distanza. Ma probabilmente quella sarà la direzione.

Nella fusione del Basso Trentino, Alto Garda porta un patrimonio di 187 milioni di euro, Rovereto di meno di 19 milioni. Il totale, oltre 200 milioni con un indice di solidità al 18%, è rassicurante per la sorte della Rurale della Città della Quercia. Ma potrebbe non bastare, come potrebbero non bastare i 6,5 miliardi di patrimonio di tutte le Bcc del gruppo Cassa Centrale di fronte alle nuove regole europee che impattano su un'economia scossa dal Covid-19.

Dal 16 agosto scorso è incominciato l'Asset quality review (Aqr), l'esame Bce al credito cooperativo. Gli ispettori di Francoforte esaminano conti e documenti delle Bcc, per ora solo on line. Il 10 settembre, la prossima settimana, Ccb presenta ai sindacati le linee del suo piano strategico. Nel frattempo Cassa Centrale ha lasciato scadere la prima finestra per esercitare l'opzione di acquisto su Carige: se ne riparla nel 2021. Su tutto questo pesa l'incognita delle nuove regole europee che, salvo rinvii, scattano con l'anno nuovo


 

Deteriorati, copertura 100%, Federcasse chiede il rinvio

Dal 2021 regole più stringenti per le banche

Nell'audizione di Federcasse davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, tenutasi a Roma a fine luglio, l'associazione rappresentata dal presidente Augusto dell'Erba e dal direttore generale Sergio Gatti ha sollevato il caso delle nuove regole Ue sui crediti deteriorati. Federcasse chiede che le autorità italiane si adoperino per una modifica significativa o una sospensione per almeno tre anni del Regolamento 2019/630 del Parlamento e del Consiglio europei che prevede un netto incremento, fino al 100%, della copertura delle perdite sulle esposizioni deteriorate. Si chiedono inoltre incentivi alle banche per favorire la gestione interna dei prestiti deteriorati di famiglie e piccole imprese, invece di venderli, e la costituzione di un veicolo nazionale, con eventuale partecipazione pubblica, per l'acquisto dei crediti deteriorati. L'urgenza deriva anche dalla possibile ripresa delle sofferenze con la crisi Covid.
Se le regole europee scattassero anche per le Bcc, i gruppi bancari Iccrea e Cassa Centrale potrebbero aver bisogno di ulteriore patrimonializzazione. Ad oggi Ccb ha un indice di solidità del 19,7%, molto elevato, crediti deteriorati al 9,3% degli impieghi, in calo, e una copertura al 55%.
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