Casse rurali, utili record per 65 milioni Prestiti sono risaliti del tre per cento

di Francesco Terreri

Le 16 Casse rurali trentine danno uno dei più importanti contributi al risultato del gruppo Cassa Centrale con un utile di 65 milioni di euro, il 23% in più dei 52,8 milioni dell'anno precedente. I prestiti finalmente risalgono del 3% al netto delle svalutazioni dei crediti deteriorati, che attualmente sono al 10% del totale. La solidità patrimoniale, con un valore di Cet 1 ratio del 19,73%, è al top tra le banche europee e italiane. Nella designazione dei quattro candidati per il cda della Federazione, ieri durante il convegno di settore, si candida e torna a sorpresa Enzo Zampiccoli , presidente della Rurale Alto Garda, che non era stato inserito nella prima rosa. Con lui passano Mauro Mendini (Rotaliana e Giovo), Adriano Orsi (Alta Vallagarina), Claudio Valorz (Val di Sole), mentre resta fuori Giorgio Vergot (Alta Valsugana).

Il convegno, presieduto dalla presidente del Collegio sindacale di Fedecoop Patrizia Gentil con il direttore Alessandro Ceschi , ha visto anche l'intervento dell'unico, attualmente, candidato alla presidenza della Federazione, Roberto Simoni , che ha ribadito il ruolo fondamentale delle Casse rurali sul territorio e sui rapporti tra la Federazione e la capogruppo Cassa Centrale ha ammesso che in passato «qualche passaggio storto c'è stato».

Sui rapporti con Federcasse è intervenuto il delegato Ermanno Villotti , ricordando i temi in agenda, primo tra tutti l'adozione del nuovo Statuto, che dovrebbe essere varato entro l'anno. Vincenzo Visetti , referente per il settore credito, ha presentato i risultati aggregati al 31 dicembre 2019, quindi in epoca pre-Covid. Nelle 16 Rurali i prestiti reali, ovvero al netto delle svalutazioni di crediti deteriorati, sono risaliti di oltre il 3%. Questa crescita si registra sia nei confronti delle famiglie sia delle imprese. Significa 251 milioni di euro di più rispetto al 2018. Questo nonostante il dato complessivo sugli impieghi lordi restituisca valori ancora negativi (-4,3%, per un importo complessivo di 425 milioni), per effetto, appunto, dell'impegno a diminuire la quota dei crediti deteriorati. Che intanto si attestano al 10%, rispetto al 15% del 2018.

La raccolta complessiva cresce del 4,3%, trainata soprattutto da quella indiretta, in particolare dalla componente del risparmio gestito che sfiora il 20% di incremento. Si conferma l'impegno delle Casse nel sostenere iniziative sul territorio, con erogazioni complessive per 13,4 milioni. Cresce anche il patrimonio, che ora è di 1.431 milioni, più 65 milioni rispetto all'anno precedente. Si conferma quindi la solidità patrimoniale delle Rurali. I soci sono passati in vent'anni da 77mila a 130mila. Col calo degli istituti, diminuiscono gli sportelli che ora sono 304 e i dipendenti, oggi 1.990 dopo gli ultimi 200 prepensionamenti, con altri 130 previsti quest'anno.

Al convegno è intervenuto Antonio Accetturo , capo della Divisione ricerca economica territoriale della Banca d'Italia, che ha sottolineato come quest'anno «dobbiamo attenderci un calo del Pil in Trentino molto prossimo al 10%». Il forte aumento di domanda di finanza di questi mesi, tuttavia, non si accompagna ad un rapido peggioramento della qualità del credito.

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