Economia, il monito del covid Stiglitz: unica via di uscita l'ecologia e la giustizia sociale

Il covid-19 non è solo un problema sanitario, ma un campanello d’allarme su molti altri mali già urgenti a livello globale, che però tenevamo nascosti sotto il tappeto. Il virus, dopo avere sterminato milioni di vite e paralizzato gli ospedali, ci ha mostrato molti dei nostri errori. Dalla disgregazione sociale alla povertà, dal divario digitale alla carenza di istruzione, dalla mancanza del lavoro all’allarme minoranze e a quello ambientale, tutto il mondo ora ha gli stessi problemi. Come possiamo provare a migliorare noi singoli cittadini fino alle istituzioni e ai governi?

Sono temi approfonditi dallo Human Development Report (HDR, edizione 2020), a cura dell’Ufficio per lo sviluppo umano del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP).

«Covid-19 ha scatenato una crisi nello sviluppo umano senza precedenti. Tuttavia offre anche l’opportunità di re immaginare ciò che è possibile e desiderabile per il futuro. Le politiche sono attualmente in fase di progettazione per far fronte alla crisi e si stanno mobilitando enormi risorse finanziarie aggiuntive» - hanno spiegato i referenti dello HDR Office in occasione della presentazione del rapporto 2020.

La domanda chiave è capire come rendere questa crisi un’opportunità per un cambiamento positivo. Dopo la crisi pandemica come ricostruire meglio il futuro dello sviluppo per una società più sostenibile ed egualitaria a livello mondiale?

«Con il covid la natura ci sta dicendo che la salute ed il pianeta sono interconnessi. Nulla sarà più lo stesso, ma può essere meglio se tutti, individui e comunità, faranno scelte sagge, consapevoli su come vogliamo lasciare la nostra impronta sul pianeta», ha detto Inger Andersen, executive director del programma sull’ambiente per le Nazioni Unite.

«La distruzione ha assunto proporzioni su scala mondiale e in modo sincronizzato senza precedenti tanto da dovere aggiornare l’indice di sviluppo umano che per la prima volta da 30 anni sta regredendo. Dobbiamo ripensare ai nostri modelli economici e sociali. Ogni crisi porta con sé una opportunità che i leader globali devono cogliere», ha precisato Achim Steiner, amministratore del Programma sviluppo delle Nazioni Unite.

I giovani di tutto il mondo stanno pagando cara questa pandemia, anche in termini di opportunità economiche per la ricerca del primo impiego ma anche per il danneggiamento del pianeta a opera nostra - ha detto Joseph Stiglitz, economista e docente alla Columbia University, Nobel per l’economia nel 2001.

Nel frattempo però sono gli stessi giovani a farsi portavoce di un nuovo idealismo e analisi del sistema attuale combattendo contro l’ingiustizia razziale e anche alzando la voce in difesa del pianeta che deve svoltare in chiave green. Ricordiamoci delle nostre battaglie sociali di 50 anni fa e dell’amarezza nel constatare che nulla è cambiato. Diamo loro ascolto stavolta.

Su cosa puntare per avviare davvero il cambiamento? Riflettiamo su questi temi, creiamo una vita post pandemia con obiettivi sostenibili, per un mondo più verde, contrassegnato da una più grande giustizia sociale e che promuove lo sviluppo nei Paesi più poveri», ha concluso Joseph Stiglitz (nella foto), che nel 2015 fu a Trento, ospite del Festival dell'economia, e l'anno dopo con l'Università per la Summer School in “Macroeconomic Coordination and Externalities”.

«Dopo il covid 19 - è convinto Inger Andersen - niente sarà lo stesso. Stiamo cominciando a capire che senza la natura, senza considerare il sistema terrestre globale non abbiamo nulla perciò dobbiamo adeguare il nostro stile di vita, la nostra impronta e le nostre economie per stabilizzare l’ambiente. Infine dobbiamo ridurre i consumi, abbiamo accumulato troppe cose. Iniziano a vivere con occhi attenti all’impronta che lasceremo, diventiamo una società più attenta».

L’economista Bina Agarwal, docente di economie di sviluppo ed ambientali alla University of Manchester, ha proposto 3 principi di base: cooperazione, comunità e società che preserva.

«Credo che sia necessaria una coordinazione globale e una cooperazione verso una de-globalizzazione e quindi verso una localizzazione dello sviluppo sostenibile. Per me è l’unica speranza per le nostre comunità per le enormi pressioni esistenti sui governi centrali. Abbiamo bisogno di potenziare i governi e lo sviluppo locali», secondo Raya Haffar El Hassan, ex ministro delle finanze e degli interni del Libano che ha partecipato all’incontro.

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