Trasporto privato in crisi: in Trentino fatturato zero e 950 persone in «cassa»

Sono 950 i dipendenti in cassa integrazione e più di 100 gli stagionali che non saranno contrattualizzati nel settore del trasporto privato in Trentino che, con i mercati bloccati almeno sino a fine anno, ha già perso più dell’80% del fatturato rispetto all’anno scorso. Dati che riguardano circa 190 imprese per 850 mezzi in servizio, numeri, oggi drammatici, che interessano attività di pullman turistici e transfer vari. Mezzi fermi, bloccati nelle rimesse.

«Chi sta sopravvivendo lo fa solo grazie ai risparmi personali - afferma in una nota il presidente della categoria Paolo Maffei - la maggior parte delle aziende è letteralmente ferma da quasi 3 mesi, senza prospettive per almeno un anno: ci sono aziende che con i servizi scolastici potranno, forse, riprendere a settembre. Ma tutte quelle che vivevano solo dei viaggi organizzati hanno davanti un futuro davvero incerto. Primavera ed estate, peraltro, sono l’alta stagione di questo comparto».

«Durante questi mesi si faceva il 60% del fatturato annuo - continua Maffei - ora stiamo ricevendo solo richieste di cancellazioni. Il problema maggiore è la riprogrammazione, difficilissima vista la completa assenza di prospettive su come e dove ci si potrà muovere. Le stime, al ribasso, parlano di attività ridotte anche del 100% e mancati guadagni, per un’azienda media, di circa 500.000 euro».

Maffei, assieme al presidente dell’Associazione, Marco Segatta, alla vice Michela Maestri ed al responsabile dell’Area categoria dell’Associazione, Giancarlo Berardi, hanno incontrato l’assessore provinciale Roberto Failoni, proponendo una serie di misure a sostegno della categoria. «Auspichiamo che le nostre proposte vengano accolte», commenta Maffei.

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