Via l'abitazione a 881 famiglie. Inapplicati i mutui salva-casa

di Francesco Terreri

Tra il luglio del 2018 e il giugno del 2019 in Trentino 881 famiglie hanno perso la casa, il capannone, l'immobile che avevano in proprietà o in affitto. Di esse, 641 sono del circondario di Trento e 240 di quello di Rovereto. Sono dati ai massimi negli ultimi anni, pressoché pari al periodo precedente, quando sfratti e pignoramenti erano 889, e in crescita del 4%, pari a 33 casi in più, rispetto a tre anni fa. Le procedure di sfratto sono in calo del 16% a 338. Le esecuzioni immobiliari invece si impennano dell'11% a 543, cioè 56 in più dell'anno prima.

Sui pignoramenti, dal primo gennaio è in vigore la norma salva-casa, che blocca l'esecuzione sulla prima abitazione se si rinegozia il mutuo. Ma la norma, denuncia l'avvocato Barbara Maseri di Sos Utenti, risulta praticamente inapplicata: le banche, comprese le Casse rurali, non concedono mutui ai pignorati. I dati sulle procedure di sfratto e le esecuzioni immobiliari sono contenuti nella relazione del presidente della Corte d'appello di Trento Gloria Servetti all'inaugurazione dell'anno giudiziario sabato scorso 1° febbraio e sono riferiti, come di consueto, all'anno giudiziario che va dal 1° luglio di un anno al 30 giugno dell'anno successivo.

I procedimenti per convalida di sfratto sopravvenuti, cioè nuovi, sono 334, in calo del 19,3%, di cui 250 presso il tribunale di Trento e 84 al tribunale di Rovereto. I procedimenti definiti sono 338, di cui 240 a Trento e 98 a Rovereto, in diminuzione del 15,9%. Restano pendenti 58 sfratti, di cui 50 a Trento, in aumento sui 40 dell'anno prima, e 8 a Rovereto, in netto calo rispetto ai 22 precedenti. Diversa la situazione delle esecuzioni immobiliari che, nonostante la diminuzione dei nuovi procedimenti, continuano ad aumentare ogni anno. Nel periodo a cavallo tra il 2018 e il 2019 sono entrati 299 nuovi procedimenti, 232 a Trento e 67 a Rovereto, in calo di oltre il 31%. Ma i pignoramenti definiti nell'anno salgono dell'11,5% a 543, di cui 401 nel tribunale di Trento (+8,1%) e 142 nel tribunale di Rovereto (+22,4%). Tre anni prima i pignoramenti erano 395: l'aumento triennale sfiora i 150 casi (+37%). A metà dell'anno scorso restano pendenti 941 esecuzioni immobiliari a Trento (-14,3%) e 240 a Rovereto (-22,6%), per un totale di 1.181 famiglie in attesa di capire se perderanno la casa o l'immobile in proprietà, che diventano 1.239 con quelle in attesa di sfratto.

A inizio anno è entrata in vigore la norma prevista dal decreto fiscale del governo Conte che blocca la vendita all'asta della prima casa ipotecata e pignorata se si rinegozia il mutuo. «La difficoltà è trovare la banca che eroghi il mutuo alla persona pignorata - afferma l'avvocato Maseri - Parliamo di soci di piccole aziende andate male a cui è stata pignorata la casa d'abitazione o di persone sovraindebitate. In un Trentino solidale banche disponibili dovrebbero esserci. Ma i miei clienti hanno provato a chiedere a Casse rurali e si sono sentiti rispondere di no».

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