Not, l'appalto alla Guerrato di Rovigo Ma deve superare i nodi su banche e ricorsi

di Angelo Conte

Nuovo passo avanti nella costruzione del Not. La Guerrato spa è stata nominata come promotore della gara per la costruzione e la gestione del Nuovo ospedale del Trentino. Ora occorre che si arrivi a firmare il contratto, non prima che l’azienda vincitrice abbia presentato le garanzie di bancabilità. Se queste ultime non ci saranno, probabilmente a costruire il Not potrebbe essere Pizzarotti, ossia la seconda classificata.

L’atto che ha nominato l’azienda di Rovigo è stato firmato nei giorni scorsi da Raffaele De Col, dirigente dell’Unità Grandi opere e ricostruzione. La scelta arriva dopo che nella seduta finale di gara la Commissione aveva assegnato in via ufficiosa la vittoria del bando proprio alla Guerrato, arrivata prima dell’altra concorrente in gara, l’emiliana Pizzarotti. La nomina ufficiale del vincitore è l’avvio delle procedure di verifica e approvazione del progetto con firma infine del contratto.

Con la scelta del promotore, che nella procedura di project financing ha un ruolo simile a una stazione appaltante pubblica, una volta firmato il contratto, partirà l’iter per la progettazione esecutiva che durerà sicurcamente molti mesi. Serve, infatti, tutta una serie di autorizzazioni da parte della Provincia prima che il cantiere parti in via definitiva. La questione dei tempi, che secondo una stima dovrebbe vedere le ruspe al via sulla sede di via al Desert non prima di fine anno o dell’inizio del 2021, dipende anche dalle scelte che farà Pizzarotti. Dalla data del provvedimento firmato da De Col, ossia lo scorso 14 gennaio, l’impresa emiliana ha infatti trenta giorni per fare ricorso al Tar e provare a scalzare Guerrato spa dal ruolo di promotore.

L’offerta presentata da Guerrato e dichiarata vincitrice, prevede in dettaglio, 812 giorni per costruire l’ospedale in via al Desert contro i 1.320 fissati nella gara effettuata secondo le regole del project financing (chi vince paga una quota dell’edificio ma ottiene un canone di gestione annuo).

La durata della concessione si riduce a 9.927 giorni (27 anni circa). Sconti sono stati proposti anche sul canone annuo dei servizi da 40,85 milioni ai 35,86 milioni offerti, e su quello di disponibilità annuo da 15,3 a 13,46 milioni. Considerando che l’edificio costerà circa 300 milioni di cui 148 a carico della Provincia, il valore della concessione per Guerrato sarà di 1,488 miliardi di euro contro un valore a gara di 1,802 miliardi di euro (1,65 per la concessione e 148 milioni per l’ospedale). Uno sconto di circa 300 milioni.

 Guerrato spa ha sede in via delle Industrie a Rovigo, dove è stata fondata nel 1935, e un capitale sociale di 8 milioni di euro, spartito tra Xela spa di Pescara (65%) ed Euro Service srl di Padova (35%). La spa presieduta da Antonio Schiro è in concordato con continuità aziendale. È specializzata nel facility management (gestione edifici) cui ha nel tempo affiancato l’attività di progettazione e costruzione immobiliare, soprattutto di strutture ospedaliere, di project financing. La spa ha fatto richiesta di concordato preventivo nel luglio 2017 e nel giugno 2018 ha chiesto al tribunale di Rovigo di modificare il piano concordatorio in continuità diretta, con l’ingresso del nuovo socio di maggioranza, Xela spa.

Xela è posseduta interamente dalla Di Carlo spa di Casoli (Chieti), a sua volta posseduta al 100% dalla Di Carlo Holding srl di Milano, la quale fa capo a Giovanni Di Carlo, direttamente, e per la quota di maggioranza attraverso lo stesso Di Carlo quale trustee (amministratore) del Trust Di Carlo. Il secondo socio (di minoranza) di Guerrato spa, la padovana Euro Service, appartiene a quattro soci: Maurizio Verza, Luigia Artigiani, Sofia Gennaro e Lavinia Ghinatti.
L’ultimo bilancio depositato da Guerrato spa (esercizio 2018) segnala una perdita di 10,49 milioni di euro (era di 68,94 nel 2017), a fronte di ricavi complessivi per 55,10 milioni (84,25 nell’esercizio precedente), di una corposa svalutazione sui crediti (da 23,28 a 1,53 milioni), di un patrimonio netto di 17 milioni e di un indebitamento complessivo in calo a 195,11 milioni.

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