Dopo il vicepresidente Marco Misconel , presidente della Cassa Rurale Val di Fiemme, dimessosi nei giorni scorsi, ieri è stata la volta di altri due rappresentanti del credito persi dal consiglio di amministrazione della Federazione trentina della coopera

di Angelo Conte

Dopo il vicepresidente Marco Misconel , presidente della Cassa Rurale Val di Fiemme, dimessosi nei giorni scorsi, ieri è stata la volta di altri due rappresentanti del credito persi dal consiglio di amministrazione della Federazione trentina della cooperazione. Nella seduta di ieri infatti hanno presentato le dimissioni anche Arnaldo Dandrea, presidente della Cassa rurale Valsugana e Tesino e Antonio Pilati, consigliere della Rurale della val di Non. In cda resta solo un rappresentante del credito (Emiliano Trainotti).

Il rapporto con il mondo del credito cooperativo si conferma per l’attuale vertice della Federazione della cooperazone ancora una volta difficile e irto di questioni da superare. La vicenda si arricchisce infatti di un nuovo capitolo, dopo quelli che hanno portato all’uscita dalla Federazione della cooperazione di Cassa centrale banca, la questione della rappresentanza in Federcasse, dove inizialmente Marina Mattarei si era proposta di persona, per poi cedere alla presenza di Ermanno Villotti, allora presidente della Cassa rurale di Lavis e dopo la fusione con Trento diventato numero due della Bcc più importante della provincia.

E proprio la posizione assunta, secondo i bene informati, sotto traccia dalla stessa Federazione della cooperazione nella vicenda dello scontro tra i soci ribelli di Lavis e i vertici della nuova Cassa rurale, ha rappresentato un nuovo casus belli sul fronte del rapporto, sempre più complicato con il settore del credito cooperativo. Secondo una ricostruzione della vicenda, infatti, la decisione della giunta provinciale guidata dal leghista Maurizio Fugatti di presentare un ricorso a sostegno della tesi anti-fusione dei soci ribelli di Lavis sarebbe stata presa anche perché la Federazione ha dato un via libera ufficioso alla cosa.

«Le dimissioni sono sempre un atto forte. Il mio auspicio è che il passo indietro sia auspicio per farne due avanti sul tema del credito e spero che le mie dimissioni possano essere uno stimolo per il credito cooperativo trentino e con questo ci possa essere un rilancio del ruolo delle Casse rurali e della Federazione che delle Rurali ha la rappresentanza e vuole continuarla ad averla, anche tenuto conto del nuovo contesto con un nuovo gruppo nazionale con sede a Trento con tutto quanto ne consegue di positivo per il suo radicamento sul nostro territorio» ha motivato così le sue dimissioni Misconel ieri a margine del cda. E le ragioni dei due che si sono dimessi ieri sembrano ricalcare quelle dell’esponente del mondo del credito della val di Fiemme. Sullo sfondo c’è da un lato la questione dei rapporti tra il mondo del credito cooperativo, diventato ormai gruppo nazionale, e dall’altro il futuro e il ruolo della Federazione della cooperazione sia nei confronti delle banche di credito cooperativo sia nei confronti degli altri comparti.

«L’unità del movimento cooperativo trentino è un valore da difendere con i denti». Non usa mezze parole la presidente della Federazione Marina Mattarei, al termine del lungo cda da lei presieduto e monopolizzato dal tema del credito. L’argomento, come noto, riguarda soprattutto il ruolo della Federazione come ente di rappresentanza istituzionale delle Casse Rurali trentine.

In apertura di seduta il ricordo di Sandro Borghetti, per molti anni apprezzato presidente della Cassa Rurale e sindaco di Ala, di cui ieri si sono celebrate le esequie. Alla seduta del cda è stato invitato anche l’ex vicepresidente per il credito Misconel, dimessosi da consigliere venerdì scorso. Misconel ha spiegato le motivazioni della sua decisione di fare un passo indietro con l’obiettivo di farne due avanti, rilanciando un dialogo a 360 gradi sul futuro del movimento di credito cooperativo.
Alle dimissioni di Misconel si sono aggiunte oggi anche quelle di Pilati e Dandrea, sulla stessa linea dell’ex vicepresidente.

«Il ruolo associativo non è venuto meno con la riforma – ha proseguito Mattarei -. Anzi, riteniamo ci sia oggi più che mai la necessità di considerare le Casse rurali come parti fondamentali di un ampio e unitario sistema territoriale cooperativo». Il cda ha ribadito l’importanza di lavorare al fianco dei presidenti delle Casse Rurali, individuando insieme il percorso da sviluppare per rafforzare la coesione del sistema. Il problema resta quello se le dimissioni preludono all’addio delle Rurali dalla Federazione della cooperazione, aspetto che indebolirebbe il ruolo di via Segantini.

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