Via le slot vicino a scuole, ospedali, ambulatori e chiese: la Provincia sfida i commercianti

La Provincia di Trento valuterà, sulla base di un’analisi ad hoc, se modificare o meno la legge del 2015 per la prevenzione e la cura della dipendenza da gioco.

Normativa che tra le misure di contrasto al fenomeno della ludopatia prescrive che entro l’agosto di quest’anno le slot machine siano rimosse dai pubblici esercizi che distano meno di 300 metri dai cosiddetti «luoghi sensibili»: scuole di ogni ordine e grado, ospedali, case di riposo, strutture assistenziali, circoli anziani, aree ricreative e sportive rivolte ai giovani e luoghi di culto. Macchinette che dovranno scomparire anche dalle sale gioco entro l’agosto del 2022.

L’ipotesi di una eventuale revisione della legge, anche sulla base dei dati aggiornati al 2019 che la Provincia metterà a disposizione, è emersa oggi dalle dichiarazioni dell’assessora alla salute e al welfare, Stefania Segnana, al termine dell’audizione dedicata dalla quarta commissione ai rappresentanti del Sapar, l’associazione dei gestori delle sale da gioco. Sapar ha illustrato le ragioni degli operatori della categoria e ha invitato la Provincia a riprendere in mano la normativa da cui si ritengono ingiustamente penalizzati e di rimuovere la norma sulle distanze.

Secondo Segnana, «puntare molto sulle distanze dalle scuole è un deterrente ma non basta, per cui la politica dovrà puntare anche ad altre forme di tutela». E sull’argomento ha proposto un apposito incontro con i consiglieri provinciali.

I precedenti non sono favorevoli alle amministrazioni pubbliche: sono numerosi i ricorsi presentati dalle associazioni di categoria dei gestori e che sono stati in molti casi accolti dai giudici. A fare ordine in maniera quasi definitiva, è arrivata la sentenza del  Consiglio di Stato n. 5237 del 2018, che dichiara costituzionale il diritto delle amministrazioni di porre vincoli non al gioco in quanto azzardo, ma al gioco come potenzialmente pericoloso per la salute e l'incolumità pubblica. Rimanevano però - sia nella citata sentenza, che in altri - dubbi sull'obbligo di stare lontani da luoghi di culto, canoniche e circoli anziani. Il legislatore ammetteva quindi una protezione a tutela dei minori, ma non per quei luoghi frequentati prevalentemente "da altra fascia di pubblioc".

Rimane infine il dubbio sul conflitto fra diverse norme costituzionali, in particolare quando la cessazione della presenza di slot o altre "macchinette" da gioco comporti grave danno commerciale o addirittura la cessazione di un esercizio, e diventi nociva di una attività commerciale lecita e autorizzata dal legislatore. In sostanza: se le leggi dello Stato autorizzano le slot, può un lgislatore locale limitare tale esercizio? Una questione ancora aperta e che il Consiglio di Stato ha suggerito di approfondire in sede di Corte Costituzionale.

comments powered by Disqus