Debiti e pignoramenti: mille abitazioni all'asta in un anno Ma ora c'è la norma salva casa

di Francesco Terreri

Tra il 2019 e il primo scorcio del 2020 nei tribunali di Trento e Rovereto sono state effettuate o sono previste più di 2.400 aste immobiliari. Di esse, oltre 1.000 riguardano case d’abitazione, mentre il resto sono immobili non residenziali o terreni. Gran parte degli alloggi residenziali sono andati all’asta a seguito di procedure esecutive nate da pignoramenti immobiliari. Spesso i mancati pagamenti da cui deriva il pignoramento sono relativi ad attività economiche, ma un artigiano o un piccolo imprenditore può trovarsi a impegnare la casa in cui abita per garantire i propri debiti. Ora però il decreto fiscale del governo giallorosso blocca i pignoramenti della prima casa ipotecata se si rinegozia il mutuo.

Nel primo semestre dell’anno scorso, secondo il rapporto appena presentato da Reviva, startup specializzata in vivacizzazione delle aste, in Trentino Alto Adige sono stati messi all’asta 1.341 lotti immobiliari per un valore di offerta minima pari a 209 milioni di euro. Il grosso delle aste è trentino: da noi sono stati sottoposti a procedura giudiziaria 1.157 immobili per un valore minimo di 128 milioni, contro i 184 immobili per 81 milioni della provincia di Bolzano. Gli immobili residenziali, cioè appartamenti, abitazioni civili, abitazioni economiche, villini, sono 645, poco meno della metà del totale, di cui almeno 460 trentini.

Dal 1° luglio scorso ai primi mesi di quest’anno (ci sono aste già programmate per aprile) si contano 932 vendite giudiziarie al Tribunale di Trento e 350 al Tribunale di Rovereto, per un totale di 1.282 aste di tutti i tipi di immobili. I lotti effettivamente in vendita sono meno perché nel periodo possono esserci state più aste per lo stesso immobile. Nelle categorie delle case d’abitazione, si contano 430 vendite a Trento e 144 a Rovereto, per un totale di 574 aste. Sommandole a quelle del primo semestre, si arriva a 1.034 procedure su immobili residenziali.

Ma ora almeno una parte dei proprietari pignorati potrebbe salvare la casa. Secondo il decreto fiscale di fine anno del governo Conte, nel caso in cui scatti la procedura di vendita all’asta dell’immobile coperto da ipoteca e pignorato, è possibile presentare richiesta di rinegoziazione del mutuo per coloro che hanno contratto il debito per l’acquisto della prima casa in cui risiedono. La procedura, quindi, non può essere applicata nel caso non si risieda nell’abitazione pignorata.

La norma si applica a procedure di pignoramento attivate tra il 1° gennaio 2010 e il 30 giugno 2019, il cui creditore sia una banca a cui è stato rimborsato almeno il 10% del prestito erogato e il debitore sia una persona fisica e non una partita Iva o una società.
Se si è in possesso di questi requisiti è possibile presentare, entro il 31 dicembre 2021, la domanda di rinegoziazione del mutuo, per importi fino a 250 mila euro. Il mutuo rinegoziato dovrà essere pagato in un massimo di 30 anni e, in ogni caso, non oltre il compimento degli 80 anni del richiedente.

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