La giunta punta sull'idrogeno ma l'ultima volta che successe si spesero milioni per niente

La nuova giunta leghista intende investire suyi mezzi a motore a idrogeno. Una scommessa che si vuole attivare anche e soprattutto in vista delle Olimpiadi invernali 2026, ma che ha un precedebte ingombrante: quell odella giunta Dellai che spese molti milioni per costruire il primo distributore di idrogeno per i Mondiali di sci in Val di Fiemme, e che non fu mai utilizzato così come gli autobus a idrogeno, parcheggiati per anni in un magazzino in Valsugana.

Oggi però la Provincia rilancia. Ci spiega il comunicato stampa della giunta: «L’idrogeno è la sfida del futuro sulla quale il Trentino crede fermamente, per un sistema economico sostenibile dove ricerca, industria e formazione tecnica cooperano per un modello innovativo di sviluppo territoriale. A Borgo Valsugana, oggi, si è tenuto un convegno organizzato da Comune, Bim Brenta e Fondazione Bruno Kessler nell’auditorium della Comunità di Valle a cui hanno partecipato importanti relatori.
“Si tratta di un primo importante passo perché il Trentino con la Valsugana capofila possano compiere questo salto nella Green Economy del futuro”, ha detto l’Assessore Achille Spinelli. A moderare Luigi Crema, ricercatore Fbk e vicepresidente dell’Associazione Italiana dell’idrogeno.
“Un’iniziativa come quella odierna, che coinvolge soggetti pubblici e privati, quali il Comune di Borgo Valsugana, il BIM, la Comunità di Valle, l’ENAIP Trentino, l’APT, alcune aziende locali tra le più avanzate sul terreno dell’innovazione fra cui Solidpower, ed ancora, un partner scientifico come FBK, Trentino Sviluppo, l’Istituto per le Innovazioni Tecnologiche della Provincia di Bolzano, SNAM, Environment Park Torino e quant’altri, è sintomatica sullo stato dell’arte e della ricerca in Trentino e non può che far riflettere sulla direzione che il territorio provinciale intende prendere”. Un passaggio fondamentale, spiegato dall’Assessore allo sviluppo economico e lavoro Achille Spinelli, intervenuto in apertura al convegno e durante la tavola rotonda conclusiva. L’Assessore ha proseguito:“Ricerca scientifica e sviluppo economico devono andare di pari passo e rafforzare le partnership sul territorio. Il “Trentino green” non nasce oggi, ha alle spalle un lungo cammino. Pensiamo ad esempio alla diffusione del fotovoltaico, che la nostra Provincia è stata fra le prime in Italia a sostenere. O ancora alla raccolta differenziata, che vede il Trentino, assieme all’Alto Adige, fra i territori leader in Italia. L’idrogeno, nonostante sollevi ancora critiche sul piano tecnologico, strutturale, economico, normativo e di accettazione sociale, rappresenta il futuro, o quantomeno uno dei futuri possibili. Lo scorso 20 aprile ad Arte Sella attraverso il Forum per la Ricerca ha presentato la “Carta di Rovereto dell’innovazione” con un capitolo sulle tecnologie per la decarbonizzazione: idrogeno e batterie tra le quattroaree di trasformazione suggerite come potenzialmente a priorità di incentivo provinciale. Sul fronte azioni, vi è la volontà di collaborazioni con l’Alto Adige per rafforzare la dimensione di una Hydrogen Valley Alpina. Una progettualità che si confronta anche con altre esigenze e altre scelte che il territorio sta compiendo, non da ultimo in vista delle Olimpiadi Invernali del 2026 – fra cui l’elettrificazione della linea ferroviaria della Valsugana. Il rinnovo del Piano Energetico-Ambientale provinciale dopo il 2020, io credo, non potrà che essere il risultato di una combinazione accorta di diverse fonti: idrogeno, idroelettrico, fotovoltaico, solare, bioenergie e quant’altro. L’obiettivo comunque è chiaro: una Valsugana “green valley” in un Trentino che a sua volta dev’essere una “green alpine province”.

Parlando dei vantaggi dell’investimento sull’idrogeno il moderatore dell’incontro Luigi Crema, ricercatore Fbk e vicepresidente dell’Associazione Italiana dell’idrogeno – ha sottolineato che “Si tratta di una sorta di mediatore, un vettore perché consente di superare l’intermittenza classica della produzione di elettricità da fonti rinnovabili e di coniugarla con la necessità di garantire continuità alla domanda di energia”.

Non a caso una sfida per cui l’Unione Europea e lo Stato italiano stanno mettendo sul piatto importanti finanziamenti. Carlos Navas officer di Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking, piattaforma di partnership europea trapubblico, privato e ricerca, ha spiegato che l’idrogeno porta vantaggi anche sul fronte occupazionale e di sviluppo locale. “Le ricadute economiche stimate entro i 2050 sono di 800 miliardi di euro e oltre 5 milioni di posti di lavoro. Fino ad oggi l’Europa ha investito più di 900 milioni di euro”.

Dal punto di vista dell’agenzia di sviluppo economico locale, Mauro Casotto, della direzione operativa di Trentino Sviluppo – ha spiegato che “vi è anche una forte attenzione alle cosiddette specializzazioni intelligenti (così come emerso dal Forum per la Ricerca) sostenendo l’avvio, il consolidamento e il rafforzamento di quelle imprese che vogliono investire nelle green Technologies, grazie anche a partnership con gli altri enti territoriali specialistici. Inparticolare, nei due poli tematici Progetto Manifattura, con i laboratori Tess Lab, dedicati in particolare alla mobilità sostenibile, al sistema casa e alle tecnologie dello sport e Polo Meccatronica con il laboratorio di prototipazione meccatronica ProM Facility. Tra le iniziative, in particolare, ricordo Climate – Kic volta all’open innovation in ottica green.
Tra gli altri relatori, Dina Lanzi, ha illustrato il percorso di crescita di Snam e il nuovo progetto Snamtec per la transazione energetica. Snam è il primo operatore in Europa a miscelare il metano con l’idrogeno e sul fronte della sostenibilità entro fine anno sarà raddoppiata la sperimentazione sull’idrogeno, portando la miscela al 10%.

Nel discorso dell’investimento futuro sull’idrogeno, un’azienda leader del settore è la trentina Solidpower – oggi rappresentata da Michele Gubert - specializzata nella ricerca e sviluppo di celle combustibile ad idrogeno in un contesto europeo ed internazionale. Nata dodici anni fa oggi conta più di 250 dipendenti in tutto il mondo, dei quali un centinaio in provincia di Trento, ed è specializzata nella ricerca e sviluppo di celle a combustibile finalizzate all’inserimento in micro - cogeneratori, cioè sistemi che producono al contempo energia elettrica ed energia termica.

Sul fronte locale - continua il comunicato della Provincia - per il Trentino, una possibile alleanza è quella con la provincia di Bolzano, dove molte esperienze sono già state portate avviate e portate avanti sulla mobilità urbana sostenibile – così come ha illustrato Martin Gallmetzer, responsabile tecnico Istituto per Innovazioni Tecnologiche di Bolzano. Ha parlato inoltre di treno a idrogeno Valter Alessandria, di Alstom, mentre Davide Damosso ha portato l’esperienza dell’Environment Park Torino.
In chiusura si è svolta una tavola rotonda con l’Assessore Spinelli, Carlos Navas, il sindaco di Borgo Enrico Galvan e Stefano Ravelli dell’Azienda di promozione turistica della Valsugana, insieme a Luigi Crema, tutti concordi nel condividere questo progetto in ottica collaborativa e di ampio respiro provinciale. Il sindaco di Borgo ha poi consegnato in segno della vicinanza all’Assessore Spinelli in questo progetto una chiave a idrogeno realizzata dagli studenti dell’Enaip di Borgo Valsugana».


 NEL 2011 l’esperienza a idrogeno della giunta Dellai, durò solo 3 anni (il progetto fu abbandonato nel 2014). Scriveva Daniele Battistel sull’Adige: «Ognuno dei tre minibus a idrogeno (da 18 posti) che saranno utilizzati come navette per i mondiali di sci nordico della Valle di Fiemme del 2013 costerà alla comunità trentina più di tre milioni di euro. In tutto si spenderà la cifra necessaria per l’acquisto di una cinquantina di autobus normali «da città» Euro 5 o Euro 6 (di prossima uscita).

Il mega investimento è stato deliberato nell’ultima riunione dalla giunta provinciale che ha concesso a Trentino Trasporti il contributo necessario per programmare l’operazione (inserita nel terzo aggiornamento del Piano degli investimenti nel settore dei trasporti 2009-2013).
Nella delibera si spiega che a questo scopo la Provincia impegnerà 317.949 euro l’anno da qui al 2040: di fatto il costo attuale sarebbe di 4,6 milioni di euro, ma considerando un tasso d’interesse del 5,50% da pagare nei prossimi 30 anni la spesa di fatto raddoppia ed è probabile che quando si sarà finito di saldare le rate i mezzi saranno probabilmente già rottamati da anni». In realtà, come abbiamo detto, il tutto è stato chiuso nel 2014.

Al centro dell’operazione, allora, c’era la partenrship di Trentin oTrasporti con la neonata società Dolomitech srl di Villa Agnedo di proprietà dell’ingegnere torinese Paolo Delzanno, ex cervello del Centro ricerche Fiat di Orbassano.

L’idea di Trentino Trasporti, era quella di utilizzare questi bus, una volta terminati i mondiali di sci, come navette per tratte particolari del territorio delle valli di Fiemme e Fassa. Ma così non è stato.

Invece, per costruire il primo distributore di idrogeno (a Panchià) si ricorse ad una delibera per finanziare i «sistemi infrastrutturali di rifornimento e deposito», programmati per 1,4 milioni di euro. Il distributore di idrogeno di Panchià, appunto. Demolito nel 2014.

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