La Vis, passo verso Cavit Ok dei soci al cda per la cessione di Cesarini Sforza e Casa Girelli

Un ok unanime dai soci al consiglio di amministrazione per valorizzare al meglio le partecipate. Questo quanto ha deciso ieri l’assemblea della cantina sociale di Lavis (La Vis sca) chiamata a approvare il punto relativo all’articolo 27, comma 8 dello Statuto sociale. Si tratta della parte del regolamento della cooperativa vinicola che parla, tra l’altro, della «gestione delle partecipazioni sociali». A Pietro Patton (nella foto), presidente, e al cda, quindi i soci hanno dato mandato di vendere al meglio le società Cesarini Sforza e Casa Girelli.

Fin qui l’assemblea di ieri. Ora, con il nuovo tassello, il consiglio di amministrazione potrà proseguire nell’operazione, complessa, che dovrebbe portare come esito a cedere le due partecipazioni, in accordo con le banche e Isa, al fine di cancellare i debiti finanziari, mantenendo salvo il finanziamento soci e la continuità aziendale.

La cessione delle due società, per cui si fa il nome di Cavit ma anche di aziende extraprovinciali (si era parlato della Cantina di Soave) come acquirenti, consentirebbe di far entrare La Vis in Cavit senza indebitamento finanziario, chiudendo così un percorso iniziato nel 2004 con il divorzio tra le due realtà vitivinicole cooperative. La Vis era diventata poi il terzo polo del vino trentino, dopo Cavit e Mezzacorona, ma aveva poi dovuto subire una serie di problemi sul fronte dell’indebitamento che l’avevano portata a subire una difficile fase di commissariamento.

Nel corso dell’assemblea è stato poi messo in evidenza come occorra tenersi aperta la possibilità di un’azione legale di risarcimento verso quei politici e amministratori passati che avrebbero con le loro azioni causato un ritardo alla soluzione che si sta prospettando.
Ovvero la cessione delle partecipazioni e il rientro in Cavit, abbandonando le velleità di terzo polo del vino per tornare a essere cantina di primo grado, con 80.000 quintali di vino conferito e una propria specificità su alcune linee produttive di pregio.

Entro le prime due settimane di novembre dovrebbe essere concluso l’iter. E il gruppo, che ha approvato i conti in cda, ci andrà con un utile di bilancio.

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