La produzione bio trentina e il grande mercato tedesco: numeri, idee e strategie

Qual’è il valore e l’incidenza del biologico in Trentino? Cosa stiamo facendo per vendere i nostri prodotti bio in Germania, mercato in forte incremento? Cosa ne pensano i consumatori dei prodotti agricoli bio del Trentino? Sono le domande (e le risposte) scaturite da una dettagliata interrogazione della consigliera provinciale Lucia Coppola (di Futura 2018) all’assessore Giulia Zanotelli. La quale fornisce una serie di dati interessanti.

Scriveva Coppola: «Gli operatori biologici iscritti negli elenchi della Provincia di Trento al 31/12/2017 sono 1214 e la superficie agricola utilizzata (S.A.U.) ammonta a 8767,00 ettari. Le aziende trentine iscritte sono così suddivise: 1078 produttori, 134 trasformatori e 2 preparatori/importatori. Si tratta di prodotti derivanti dalla coltivazione della vite, dei frutti e piccoli frutti, dell’orticoltura e piante officinali, del castagno, dei cereali, dell’olivo e poi allevamento e acquacoltura biologici.

Sarebbe interessante sapere quale sia il gradimento della popolazione trentina e italiana al consumo di prodotti agroalimentari biologici trentini e perciò si interroga il presidente della Provincia per sapere:

1. a quanto ammonta il fatturato del mercato agroalimentare biologico in Trentino e in Italia;

2. quali sono i prodotti agroalimentari trentini biologici preferiti dal consumatore trentino;

3. quali sono i prodotti agroalimentari trentini biologici preferiti dal consumatore italiano;

4. se i prodotti agroalimentari biologici trentini vengono acquistati preferibilmente nei supermercati, nei negozi specializzati o sulle bancarelle dei mercatini cittadini;

5. con quali modalità si promuovono i prodotti biologici trentini sul nostro territorio e in Italia;

6. il confronto sui prezzi di vendita al pubblico dei prodotti biologici trentini rispetto a quelli biologici provenienti da fuori provincia, suddivisi per categorie merceologiche;

7. visto il dato incoraggiante proveniente dalla Germania, quali campagne di promozione dei prodotti biologici trentini si intendono intraprendere al fine di ampliare il mercato in altri paesi».

Nella risposta, l’assessora Giulia Zanotelli premette che le competenze della Provincia in materia sono limitate.
La situazione trentina. Dice Zanotelli: «Considerando la S.A.U. (Superficie Agricola Utilizzata) provinciale pari a 137.219,17 ha (dati Censimento 2010) e circa 95.000 ha (dati Fascicolo Aziendale SIAP, di cui 12.000 frutticoli, 10.000 viticoli, 20.000 a prato polifita, 45.000 pascolo, 8.000 seminativo), nel 2018 la % di SAU gestita con metodo biologico (escluso boschi, tare, incolti) risulta rispettivamente pari al 6% piuttosto che al 8,6% a seconda appunto della superficie a cui ci si vuole riferire».

I dati evidenziano come la coltivazione secondo il metodo dell’agricoltura biologica, pur assestandosi, in termini di percentuale rispetto alla S.A.U. provinciale, ancora al di sotto della media nazionale, ma in linea con la situazione presente nel Nord Italia, è anche in Trentino in espansione. Gli incrementi più significativi in termini di superficie si sono avuti nelle colture viticole e frutticole, che hanno superato entrambe i 1000 ha, seguite dalle colture officinali, orticole e dai seminativi, interessante è stato l’incremento per l’olivo mentre limitato è stato l’incremento in altri settori.


Per quanto riguarda i consumi di prodotti biologici, il report ministeriale evidenzia un incremento del 4% dei consumi rispetto all’anno precedente. L’ortofrutta rappresenta il comparto dove si concentra lamaggior spesa per prodotti biologici. Per quanto riguarda il maggior incremento di consumi biologici si segnala il comparto delle uova fresche. Elemento significativo per quanto riguarda le caratteristiche del mercato è il notevole incremento delle vendite di prodotti biologici nella GDO (Grande distribuzione organizzata).

Complessivamente gli acquisti di prodotti biologici rappresentano il 3% della spesa agroalimentare del consumatore italiano con profonde differenze fra i vari comparti. Miele, uova, frutta, ortaggi detengono le quote d’incidenza maggiori».

La parte più interessante è la risposta sul mercato tedesco. Coppola affermava che « Una ricerca, commissionata da Trentino Sviluppo e realizzata dall’istituto Nielsen, ci dice che un terzo dei consumatori tedeschi conosce e apprezza i prodotti biologici trentini e conseguentemente, per le aziende provinciali del settore, il mercato tedesco risulta essere uno sbocco di grandi potenzialità.
La ricerca, alla seconda edizione, è stata condotta nella terza settimana di gennaio su un campione di 1.500 intervistati rappresentativi della popolazione tedesca in termini di sesso, età e area geografica.
Tra i prodotti trentini più conosciuti in Germania ci sono il vino e le mele (34% della popolazione), i formaggi (33%), l’olio (31% e il 42% si dice pronto a comperarlo), la pasta e i formaggi (38%) le mele (36%) e vino (34%).
Il mercato del biologico germanico cresce a ritmi vicino al 10% annuo e si prospetta l’apertura di ottimi spazi di espansione in Germania per le nostre aziende agroalimentari che producono biologico».

La risposta dell’assessora: «Per quanto riguarda l’indagine sul mercato del bio trentino in Germania, commissionato a Nielsen da TN-Sviluppo, citato nell’interrogazione, è stato acquisito il materiale dell’indagine, basato su interviste a 1500 consumatori rappresentativi della popolazione in termini di sesso, età e area geografica. Si riportano di seguito gli elementi di sintesi.

Il mercato del bio in Germania vale quasi cinque miliardi di Euro e cresce in tutte le categorie. Il biologico è un tema rilevante per i consumatori tedeschi; quattro intervistati su dieci considerano importante acquistare prodotti alimentari biologici.
3 In media, i prodotti biologici vengono consumati più di due volte a settimana; poco meno di un intervistato su tre ne fa un utilizzo soltanto occasionale (mensile o meno frequente).

Gli intervistati consumano alimenti bio mediamente da oltre sei anni e il trend di consumo è in aumento per circa metà del campione intervistato. In media, il 30% dei prodotti acquistati è biologico, con un aumento tendenziale di due punti percentuali rispetto all’indagine dello scorso anno. Circa sette intervistati su dieci sono disposti a spendere di più per un prodotto biologico - circa il 12% - rispetto allo stesso prodotto non bio. Il biologico viene associato principalmente ad una maggiore attenzione al benessere degli animali, alla genuinità/naturalità e al rispetto dell’ambiente. Nella scelta di un prodotto bio viene dato maggiore peso al gusto, alla produzione a km0 e alla stagionalità.

La provenienza tedesca è importante soprattutto per le fasce d’età più elevate, mentre i giovani sono più attenti al prezzo e alla sostenibilità della confezione. I pochi non consumatori di prodotti bio sono frenati essenzialmente dal costo ritenuto troppo elevato, non percependo nessun vantaggio rispetto allo stesso prodotto non bio.

La grande distribuzione è nettamente il canale preferenziale per il bio, in particolare ipermercati e supermercati (in ulteriore crescita rispetto al 2018), seguiti dai discount. Gli alimenti bio maggiormente acquistati nell’ultimo anno sono frutta e derivati (mele, frutti di bosco, succhi), latticini (formaggi, yogurt, latte), miele e salumi. Bassa l’incidenza per alcolici biologici, aceto di mele, snack di frutta e sughi pronti. Alta importanza del biologico per miele (l’alimento con la quota maggiore di esclusivisti bio), latte, pesce, mele e frutti di bosco, mentre è generalmente bassa per alcolici, prodotti di pasticceria e pasta.

Il Trentino è noto a 6 intervistati su 10, anche se solo in pochi ne hanno una conoscenza approfondita; la notorietà, sia spontanea che suggerita, è in leggero aumento rispetto al 2018. La notorietà del Trentino è significativamente più elevata tra gli uomini, tra gli over 45 e tra i residenti nel Sud della Gemania. Circa un terzo del campione conosce il Trentino per esperienza diretta, o per averne sentito parlare in TV. Rilevante anche il canale online (siti di viaggi, blog specializzati e forum) e i social media per i più giovani.

Del Trentino vengono apprezzati soprattutto i paesaggi/la natura, ideali per una vacanza, e la buona cucina. Inoltre, per circa 1 intervistato su 2, i prodotti del Trentino sono di ottima qualità. I consumatori tedeschi associano il Trentino e i suoi prodotti principalmente ai concetti di tradizione e qualità. Relativamente basso il linkage con il biologico. Buono il credito di cui gode il Made in Italy presso i consumatori tedeschi, con una quota quasi inesistente di rejection; maggiori resistenze per il bio italiano e trentino, che in ogni caso riescono ad essere appetibili per quasi un intervistato su 3. Gli intervistati interessati ai prodotti bio trentini sono attratti principalmente dal loro gusto e qualità; buona anche la fiducia accordata al bio italiano e trentino.

Principali cause del disinteresse sono la preferenza verso i prodotti a km 0 o nazionali, ma anche una scarsa conoscenza del territorio e dei suoi prodotti. I prodotti biologici trentini di cui si ha una maggiore awareness sono il vino, le mele, i formaggi e l’olio, conosciuti da circa un intervistato su 3. Meno noti risultano birra, caffè, snack di frutta, cioccolato e preparati per brodo. Gli alimenti bio trentini più attrattivi sono l’olio, la pasta e i formaggi, mentre solo per la birra è alta la quota di “rejecters”. Rispetto al 2018, l’ “intention to buy” risulta in leggera crescita per quasi tutti i prodotti trentini. In particolare, l’aumento è statisticamente significativo per liquore/grappa e latte.

Gli interessati all’acquisto dei singoli prodotti bio trentini li reputano mediamente più appealing rispetto agli stessi prodotti tedeschi, in particolare olio, vino e sughi pronti. Nonostante la grande distribuzione sia il principale canale di vendita atteso anche per i prodotti bio trentini, i consumatori tedeschi vorrebbero trovarli anche in negozi specializzati in biologico e nel canale online significativamente di più rispetto ai prodotti bio locali.

Oltre ai media tradizionali (stampa e tv), i buoni sconto potrebbero costituire un canale promozionale importante per i consumatori tedeschi. Una campagna sui social network potrebbe invece avvicinare al bio trentino il target più giovane.

Per incoraggiare il «trial» dei prodotti trentini, i consumatori tedeschi necessitano soprattutto di una maggiore reperibilità nei punti vendita frequentati abitualmente; anche la leva del prezzo e una maggiore informazione sul territorio/modalità di produzione potrebbero convincere una fetta significativa di consumatori».

Poi l’analisi: «In termini generali, analizzando un po’ più nel dettaglio gli elementi dell’intervista, pur avendo questa una finalità specifica, l’orientamento delle domande e le relative risposte hanno chiaramente messo in evidenza come, attraverso le attività di promozione messe in campo dalla Provincia con diverse filiere e specifici strumenti per la riconoscibilità della qualità del “marchio Trentino” passi attraverso una logica di “sistema territoriale” capace di proporre a tutto tondo produzioni e servizi di qualità, che in particolare la popolazione tedesca e del Nord Europa, apprezza e ricerca. Promuovere la “Qualità Trentino” in una logica di sistema sta dimostrando la sua validità e pertanto il profilo e l’indirizzo delle future attività di promozione potrà sicuramente continuare su questa linea».

Per quanto concerne il valore della produzione biologica trentina non vi sono sistemi ufficiali di rilevazione di dati e valori che garantiscano sufficiente attendibilità e rappresentatività.
«Mediamente si può affermare che le produzioni condotte con metodo biologico riscontrano genericamente sul mercato una crescente attenzione e preferenza di acquisto da parte del consumatore medio, che è disposto ad una spesa maggiore per l’acquisto di questi prodotti fino ad un 10-15% del valore medio delle produzioni convenzionali. Le produzioni biologiche registrano tuttavia una minore capacità produttiva rispetto ad altri metodi di produzione e spesso il maggiore valore unitario dei prodotti non riesce pienamente a compensare la perdita di redditività dell’azienda agricola rispetto alle minori produzioni. Per recuperare questo divario economico, la UE ha previsto già da diverse Programmazioni, specifiche misure di compensazione a sostegno degli agricoltori che si impegnano a coltivare con metodi di produzione sostenibili e biologici.
Le produzioni biologiche vengono riconosciute genericamente quali produzioni a km zero; di conseguenza il mercato non sempre riconosce e distingue tra produzioni bio locali e non. Ciò in taluni casi e per alcuni prodotti come ad esempio miele, erbe officinali, conserve e trasformati, olio di oliva ecc, sta determinando condizioni di concorrenza sleale da parte di produzioni estere, nei confronti dei produttori locali. Elemento questo che rischia di mettere in seria difficoltà alcuni comparti produttivi nazionali.
Rispetto all’enfasi del recente passato, il metodo di produzione biologica sembra non rappresentare più in modo esclusivo gli aspetti di sostenibilità ambientale delle filiere agricole ed agroalimentari. Per tale motivo anche l’UE nelle premesse dei nuovi regolamenti e nei draft e dossier di analisi e prospettive della futura PAC, pur dedicando ancora attenzione al tema bio, sta dimostrando meno entusiasmo verso tali metodi produttivi, che oggi trovano forse la maggiore fonte di interesse nel mercato. Proprio per questo, la Provincia di Trento intende ancora sostenere ed accompagnare i processi e metodi produttivi sostenibili, attenti all’ambiente ed alla salute dei consumatori, in quanto elementi di distinguibilità della qualità delle nostre produzioni» conclude Segnana.

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