In pensione con "quota 100" Assegni sopra i 2.000 euro

di Angelo Conte

Oltre 2.100 euro lordi al mese. Tanto vale la pensione per le domande accolte dall’Inps e pervenute fino allo scorso 30 giugno dai lavoratori della nostra regione. In totale sono state 2.080 le domande presentate dalle due province, mentre quelle accolte sono un numero inferiore.
A evidenziare il dato sulla situazione delle domande di pensione con quota 100 è l’ultimo rapporto nazionale dell’Inps presentato nelle scorse settimane. Il rapporto fa capire come le domande siano state presentate soprattutto da chi ha avuto una vita lavorativa con un reddito medio buono sia nel pubblico sia nel privato, con i travet che battono i dipendenti delle imprese private di parecchio sul fronte dell’assegno pensionistico e dei redditi conseguiti.

A metà giugno quindi alla direzione regionale dell’Inps erano arrivate 1.362 domande dal settore privato e 718 dal settore pubblico. Per i dipendenti privati le domande accolte prevedono una pensione lorda mensile pari a 1.924,04 euro, mentre l’assegno previdenziale dei dipendenti pubblici che hanno scelto di andare in pensione sarà pari a oltre 2.630 euro lordi al mese. La media della regione per quota 100 è pari quindi a 2.169,81 euro al mese lordi.

La differenza negli assegni previdenziali tra chi lavora nel pubblico e chi lavora nel privato nascono da diversità di retribuzione che sono storiche ma che si confermano anche per l’anno 2018. Il rapporto Inps mette infatti in evidenza come anche l’anno scorso a primeggiare nei salari lordi annui siano i dipendenti pubblici, mentre chi lavora nel privato è ancora indietro.

Se si guarda alle persone impiegate a tempo pieno nel settore pubblico, l’anno scorso la cifra media lorda annua guadagnata è stata pari a 38.272 euro in regione (35.365 euro a livello mnazionale), contro i 26.301 euro lordi annui ottenuti dagli impiegati full time del settore privato (27.648 euro in Italia).

Se si al part time la diffrenza percentualmente è ancora più ampia: nel privato si arriva a 12.694 euro contro i 22.118 del settore pubblico. In media la retribuzione annua lorda per tutti i lavoratori (privati e pubblici) è stata pari a 24.564 euro, più alta della media nazionale ferma a 23.958 euro.

Anche a livello nazionale le differenze sono forti nelle retribuzioni tra settore privato e pubblico nelle diverse regioni. Nel settore privato le maggiori retribuzioni medie (attorno o oltre 110 euro a giornata per i dipendenti full time) si riscontrano nelle regioni del Nord (Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige) cui si aggiunge il Lazio (effetto Roma capitale); il livello medio più basso è quello della Calabria, con 90 euro. Nel settore pubblico (sempre considerando solo i full time) vi è minore eterogeneità: quasi tutte le regioni si collocano tra i 116 euro (Calabria, Basilicata, Marche) e i 122 (Lombardia, Val d’Aosta): Si distaccano nettamente solo Trentino Alto Adige (131 euro, evidente effetto dell’Autonomia) e Lazio (per effetto di Roma capitale).

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