Il gruppo Marangoni vende i gioielli di famiglia

di Francesco Terreri

Il gruppo Marangoni vende i gioielli di famiglia per salvare il core business, cioè la produzione di pneumatici a Rovereto. È in fase di perfezionamento la cessione della maggioranza del capitale sociale di Marangoni Meccanica a due investitori istituzionali della regione, La Finanziaria Trentina, holding di partecipazioni di un pool di imprenditori locali, e l’altoatesina Alpenring. L’apporto di capitale complessivo è di 10 milioni di euro, di cui 2 milioni messi dalla stessa famiglia Marangoni e il resto a metà tra le due finanziarie, dopo aver coperto le perdite pregresse col capitale precedente. Con questa operazione l’azienda produttrice di macchinari per la ricostruzione di pneumatici, 100 addetti e commesse per oltre 30 milioni di euro, esce dal perimetro del gruppo.

Intanto, nell’ambito dell’accordo di partnership dello scorso novembre, l’azienda brasiliana Borrachas Vipal acquisisce il 51% di Marangoni Tread North America, con sede nel Delaware, Usa. Il restante 49% resta in capo a Marangoni spa di Rovereto. Vipal ha già tre centri di distribuzione negli Stati Uniti e punta quindi a espandersi nel mercato nordamericano. La Marangoni Tread North America si occupa di materiale prestampato per la ricostruzione e ha realizzato nell’esercizio 2017, ultimo disponibile, ricavi per 29,1 milioni di dollari e un risultato netto positivo per oltre 2 milioni di dollari.

Torniamo all’operazione Marangoni Meccanica. L’azienda roveretana lavora su grandi commesse di macchinari industriali, ormai robotizzati, e ha sempre avuto mercati importanti, dal Nord Europa, come la grande linea di confezione pneumatici robotizzata venduta nel 2014 in Finlandia, agli Stati Uniti, a Paesi emergenti come India e Cina. Il volume d’affari oscilla in base alla conclusione delle commesse tra i 20 e i 40 milioni, in genere con buona marginalità e utili importanti.
Negli ultimi anni però l’azienda si è trovata in difficoltà finanziaria: la lavorazione degli ordini richiede tempo e disponibilità liquide ma tutto il gruppo Marangoni ha problemi finanziari e quindi non ha potuto sostenere Meccanica come avrebbe dovuto. Nel 2017 Marangoni Meccanica registra un valore della produzione di 13 milioni, in calo sui 19 dell’anno prima, e una perdita netta di 3,9 milioni che decurta il patrimonio da 9,2 a 5,6 milioni. I debiti ammontano a 30 milioni, di cui 7 con imprese del gruppo, 2,9 con le banche e 6,8 milioni di prestiti obbligazionari, sottoscritti in particolare dal Fondo Strategico Trentino Alto Adige gestito da Finint Investments sgr.

Proprio nell’assemblea degli obbligazionisti del 6 marzo scorso, a fronte delle richieste degli investitori, il presidente di Marangoni Meccanica Giorgio Marangoni illustra il piano industriale basato sul presupposto dell’apporto di nuovo capitale per almeno 5 milioni da sottoscrivere da parte di nuovi soci terzi. «Sono in corso - si legge nel verbale - avanzate discussioni con potenziali investitori, in particolare un investitore istituzionale e altri soci rappresentanti la famiglia Marangoni, con previsione di perfezionamento al 30 giugno 2019».
L’investitore istituzionale è La Finanziaria Trentina, la holding di 74 imprenditori trentini presieduta da Lino Benassi. «Abbiamo esaminato il dossier Marangoni Meccanica - conferma il direttore Massimo Fedrizzi - ma dobbiamo fare le nostre valutazioni». Secondo quanto emerge da fonti aziendali e sindacali, però, l’accordo di massima sarebbe stato raggiunto. E ora Meccanica può ripartire: nell’ultimo bilancio si parla di opportunità commerciali nel triennio per 150 milioni.

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